Salif Keita – Parte 1 – Gli anni africani
Per un albino nascere in Africa è un’autentica sfortuna. Il sole infuocato di quelle latitudini sarà talmente insopportabile da condannarlo a crescere lontano da tutti, come una creatura lunare inchiodata sotto vestiti e cappelli, nell’ombra più fitta o nel buio di una capanna. perché per chi è geneticamente incapace di produrre melanina quel sole è e sarà per sempre insopportabile. La sua vita in penombra lo ha costretto nei secoli a rimanere solo, ad essere guardato con sospetto e ostilità, ad essere considerato una creatura maligna, ad essere socialmente emarginato e – in certi casi – sacrificato sulla piazza del villaggio per ingraziarsi qualche spirito. Un albino in Africa non ha scampo.
Le Origini
Soumagoro Kante era il re dei Suso, l’etnia che dominava l’Africa Occidentale sub-sahariana prima che, nel 1240, il popolo dei Mande guidato da Sundjata Keita conquistasse la supremazia in battaglia. Soumagoro Kante era musicista e sciamano. Fu durante il regno dei Suso che Soundjata Keita inviò il suo griot più apprezzato, Bala Faseke Kouyate, come spia alla corte di Soumagoro. Una notte egli si introdusse furtivamente nella dimora del re e scoprì uno strumento segreto, il balafon, che produceva un suono celestiale. Ne fu talmente affascinato che cominciò a suonarlo, immergendosi nella musica al punto da lasciarsi scoprire da re Soumagoro in persona. Incantato dall’arte di Bala Faseke, invece di punirlo il re gli chiese di rimanere a corte accordandogli il permesso di suonare il balafon quando avesse voluto. Bala Faseke vuol dire infatti “colui che è autorizzato a suonare il Bala”. Da allora la stirpe Kouyate di Bala Faseke fu considerata la prima e più autorevole tra le famiglie dei griot mandengue. La tradizione vuole che la prigionia di Faseke fosse stata il pretesto che scatenò la guerra tra Mande e Suso.
Soundjata Keita riunificò l’impero dei Mande, riconquistandolo nella mitica battaglia delle pianure di Kirina contro Soumagoro Kante, leggendario imperatore dei Suso, che da due secoli governava la regione e di cui i Mande erano vassalli. L’impero Mande raggiunse il suo apice cento anni dopo, nel XIV° secolo, estendendosi dalla Mauritania al Senegal al Gambia ad ovest, alla Guinea Bissau, Guinea Conakry, Liberia, Sierra Leone, Costa d’Avorio al sud, al Burkina Faso e Niger all’est, avendo al centro l’attuale stato del Mali. Il baricentro naturale di questo enorme impero era il generoso bacino idrico dell’alto fiume Niger che porta l’acqua nell’area desertica sub-sahariana del Sahel. Nel XV° secolo l’impero Mande di etnia Maminka lasciò il posto all’impero Songhai.
Keita è quindi il nome di famiglia dei discendenti di Soundjata, la casta originaria dei re guerrieri, detta Horon, al vertice della piramide sociale. Anche il primo presidente del Mali dopo l’indipendenza del 1960, Modibo Keita, apparteneva alla stessa stirpe nobile. Sotto di essa le caste dei Niamakala, o degli uomini liberi, come gli artigiani, i contadini e i Jali, i custodi della cultura e della tradizione orale: musicisti, cantastorie, mediatori nei conflitti, sia erranti che al servizio dei nobili. In fondo alla piramide i Jon, gli schiavi.
Terzo di tredici figli, Salifou (Salif) Keita nacque il 25 agosto del 1949 a Djoliba, nei pressi di Bamako. Era nobile e albino, degno del massimo rispetto e disprezzo al tempo stesso. Una condizione umana davvero particolare: venerato, temuto, odiato, e trascurato nella sua stessa casa. Avendo vissuto la sua infanzia e giovinezza in solitudine si dedicò allo studio, che dovette però presto abbandonare per la debolezza dei suoi occhi, dedicandosi da quel momento alla musica e alla cultura orale dei Jali. Divenne cantante e musicista, un mestiere disonorevole per un nobile ma non certo per un albino. Ancora oggi, Salif Keita può cantare ovunque nel mondo tranne a Djoliba, dove è nato e dove è chiamato a tenere un comportamento regale.
Rail Band De Bamako
Diventando musicista Salif Keita dovette affrontare la disapprovazione della famiglia, che quasi lo ripudiò. Fu per questo che, all’età di soli 18 anni si trasferì a Bamako. Da quel momento non poté far altro che affidarsi esclusivamente ai propri mezzi. Cominciò suonando nei night-club della capitale, riuscendo a sopravvivere fino a quando, una sera del 1970, impressionò con la sua voce straordinaria il sassofonista Tidiane Kone, che gli chiese di entrare nella sua band.
Quel gruppo era la Rail Band de Bamako, l’orchestra fondata nel luglio di quell’anno dallo stesso Tidiane Kone su richiesta di Aly Diallo, dirigente della stazione ferroviaria di Bamako, con l’intento di creare un gruppo che modernizzasse la musica tradizionale maliana. Sovvenzionata dalle Ferrovie, la Rail Band suonava tutti i giorni al buffet della stazione di Bamako. Si dice che il primo concerto di Salif con la Rail Band lo vide cantare nascosto in fondo al palco con un asciugamano sopra la testa.
La Rail Band fu ed è tuttora un’orchestra straordinaria, che ha fatto la storia della musica mandengue. Oltre a Salif Keita, da essa sono usciti altri musicisti di enorme spessore, tra cui il guineiano Mory Kante e il maliano di Kita Djelimadi Tounkara, chitarrista virtuoso proveniente dalla Orchestre National “A” de la Republique du Mali e attuale leader della Rail Band. Il polistrumentista Mory Kante entrò nella band un’anno dopo Salif Keita. Sapeva suonare il balafon e in seguito divenne famoso come virtuoso della kora elettrificata, ma nella Rail Band suonava la chitarra, anche se la sua aspirazione autentica era quella di cantare. Quando Salif lasciò la Rail Band, nel 1973, Mory prese il suo posto come cantante e Djelimady Tounkara entrò nel gruppo come primo chitarrista.
Anche se entrambi negano, si dice che la rivalità tra Salif Keita e Mory Kante riprenda quella tra le loro due nobili famiglie di appartenenza, una rivalità vecchia di oltre 700 anni, dai tempi di Soundjata Keita, re dei Mande, e Soumagoro Kante, re dei Suso.
DISCOGRAFIA: SALIF KEITA CON LA RAIL BAND
Della Rail Band con Salif Keita sono stati pubblicati pochi LP. Il primo fu edito nel 1972 dall’etichetta tedesca Bärenreiter-Musicaphon, casa discografica che registrò in quegli anni il meglio della musica maliana. Nel 1976 sono stati pubblicati 3 LP dall’etichetta Kouma.
Orchestre Rail Band de Bamako (Bärenreiter-Musicaphon 1972, BM 30 L2606)
Rail Band
Koro koni
Gansan na
Mali cèbelenw
Sunjata
Melodias Rail Band du Mali (Kouma 1976, KLP 1040)
Kandoun
Tiramakan
Soyomba
Soundiata
Concert Rail Band du Mali (Kouma 1976, KLP 1042)
Premiere partie
Deuxième partie
Melodias Rail Band du Mali (Kouma 1976, KLP 1043)
Soundiata
Mali tebaga
Mogom Maki
Armée Malienne
Per la discografia completa di Salif Keita si è fatto riferimento al sito www.radioafrica.com.au/Discographies/Salif.html