Roberto Ventimiglia “Raw”, recensione

“An indipendent musician in love with the DIY lifestile”

 

Dedito ad una riuscita mescolanza di acustic-lo fi-alt-pop, il cantautore di Aprilia torna alle stampe  con il suo secondo disco, scritto, suonato e finalizzato nella comfort zone di stanze private. Uscito sul finire del lieve silenzio di gennaio, il polistrumentista torna con Raw, pronto a disegnare composizioni minimali ed emozionali, in cui il quotidiano vivere sembra essere un sottile fil rouge in grado di raccontarci le nove intense tracce.

Il mondo di Roberto Ventimiglia ha inizio con il dolce suono della chitarra in Stepping stone, che, posizionandosi ben lontano dall’omonima track narrata da John Lyndon, schiarisce le idee all’ascoltatore, portandolo verso un melanconico passato, peraltro ben metaforizzato dalla buona cover art. L’impronta acustica, molto vicina al primo Sufjan Stephen, modifica se stessa mediante l’iniezione electro di 2081, in cui il mood alternative di fine millennio si mescola a sensazioni pop piuttosto piacevoli , ma destabilizzanti rispetto all’overture. L’imprinting Turin Brakes si muove poi attorno ad un riuscito arrangiamento (Love is), perfetto per mantenere vive le emozioni dell’indie germinale d’oltreoceano; così accade anche tra le note leggere di Just this, e nell’anima chitarristica di Recollection, in cui le toniche donano profondità ad un brano avvolgente e ben cadenzato. Tra i migliori passaggi del disco ritroviamo poi il beat sintetico di One-hour-love, ricco di influssi eightees, filtri e riverberi, su cui si posano voci e venature “corganiane”.

 

 

 

 

L’album promosso da Metaversus vira infine verso sensazioni british (Forever and a day) per poi dare chiusura con la danzante e liberatoria Raw, atto anticipatorio di Christmas blues giocoso finale, specchio di idee e ottimi arrangiamenti, qui nascosti da un packaging perfettibile.

 

 

 

  1. Stepping Stone
  2. 2081
  3. Love Is
  4. Just This
  5. Recollection
  6. One-Hour-Love
  7. Forever And A Day
  8. Raw
  9. Christmas Blues