Paolo F. Bragaglia-The man from the lab, recensione album
L’abito, nelle produzioni musicali, fa il monaco. Lo sostengo da decenni. La cover art e il packaging raccontano, da sempre, un disco ancor prima di ascoltarlo. Così accade anche per questo allucinato e inquieto animo electro di The man from the lab, full lenght licenziato da Minus Habens Records.
Pensato come colonna sonora di un’immaginaria serie tv, la set list sembra porre il suo sguardo compositivo sull’elettronica di fine anni ’70, da cui sgorgano sensazioni pseudo “horrorifiche” che , raccontando distopia e ucronia, giocano con sensazioni carpenteriane (The mixture) e beat ossessivi (Stirrers).
L’opera di Paolo F.Bragaglia e Ganzfeld frequency test gioca con un futurismo vintage, posto tra sonorità melanconiche, evocative ed oscure, dalle quali emerge, a mio avviso, il mondo di Bat, nereggiante e claustrofobica composizione, e l’ossessione onirica e ipnagogica di Dust, fagocitante vento sonoro , manifesto di un disco in cui perdersi al buio.