Human Colonies “Cloudchaser and Old Songs”, recensione
Cloud Chaser, nello slang anglosassone, rappresenta un curioso neologismo in grado di definire coloro i quali utilizzano un vaporizzatore personale, quelle tanto discusse sigarette elettroniche, moda bislacca di fumatori convinti e ricercatori di libertà da nicotina. Proprio da questo approccio iconico alla modernità (non proprio salutista) sembrano voler partire gli Human Colonies, spinti da uno sguardo contemporaneo sulla realtà avvinta da schiavizzanti routine. Un’uniformità ridisegnata dal terzetto, dedito a un sapore Lo-Fi e shoegaze che, tra groove e tradizione, incornicia partiture più che interessanti.
A dare battesimo a questo riuscito Ep è l’accesa distorsione iniziale, trampolino metaforico legata all’indole di una band pronta a giocare con sonorità dirette, qui rivisitate da sapori derivativi. Infatti, proprio la titletrack, di certo tra i brani più interessanti, disegna un itinerario breve ma incisivo, in cui la linea di cantato emerge dai funzionali backing vocals.
Il mood anni ’90 è piacevolmente evidente tra le partiture sella setlist, proprio come dimostra l’andante armonia di Body, da cui emergono sensazioni Liquido, qui (in)direttamente citati. L’album, che probabilmente sarebbe piaciuto a Michael Hutchence, non manca poi di sviluppi più dilatati e intrecci blandamente noisy, posti ai lati delle composizioni.
Il mondo creato dal powertrio valtellinese evolve poi con coerenza e dinamicità tra le sonorità di S.J., tra le righe della quale la sezione ritmica sembra cullare il songwriting morbido e diretto. A chiudere L’Extended Played è infine l’introduttiva aurea post di Hey you!, pronta ad introdurci verso il piacente sound indie-pop, in cui vivono e sopravvivono note del recente passato.
Insomma un disco di cui mi sono innamorato subito.
Tracklist
Cloudchaser
Body
S. J.
Hey You!