“Black Sabbath: Sabotage!” Martin Popoff , recensione

“Ozzy Zig cerca gruppo. Possiede amplificazione propria.”

 

Per gli addetti ai lavori e per gli amanti delle sonorità metal Martin Popoff rappresenta un vertice essenziale per capire, approfondire e conoscere le sonorità heavy degli ultimi 50 anni. Già redattore di Brave Words & Bloody Knuckles , il critico canadese ha all’attivo molti saggi pronti a valutare in maniera osservativa l’evoluzione dell’heavy metal, discorrendo in maniera critica di UFO, Deep Purple, Judas Priest, Rainbow e Black Sabbath.

Proprio del quartetto di Birmingham Popoff torna a discorrere con Black Sabbath: Sabotage! I Black Sabbath negli anni Settanta, edito da Tsunami Edizioni. La nuova release delle collana Gli Uragani si aggiunge alla corposa bibliografia dedicata alla band, portando con sé un approccio originale, in grado di raccontare l’evoluzione della seminale band attraverso la ricostruzione dei primi otto album. Un viaggio ben definito e delineato, in cui le canzoni degli album vengono rispolverate ed analizzate non solo attraverso la soggettiva dell’autore, abile nel comporre un’analisi cronologica basata sulle parole dei protagonisti. Infatti, Geezer, Bill, Tony e Ozzy impreziosiscono le circa 300 pagine del libro, illustrando i segreti celati dietro a cover art, testi, live, tour e diatribe d’ogni genere.

 

 

L’opera, imprescindibile per chi ama il metal ed i loro padrini, riesce a ricostruire un corposo lasso di tempo che dai pub della West Midlands arriva al declino di Never say Die! chiusura di un periodo straordinario, durante il quale la band di Tony Iommi è riuscita a scavare un solco imperituro fatto di originalità e straordinarietà reale. Un mondo (per allora) disorientante, in cui i protagonisti hanno voluto essere interpreti e vittime di un ingranaggio fagocitante… quanto la lettura dinamica e descrittiva proposta da Popoff.

A complementare le ricche pagine della pubblicazione, l’edizione italiana dell’opera offre un’interessante sezione fotografica, in cui colori e carta lucida restituiscono istantanee di momenti perduti, ma di certo ricamati nella memoria di ognuno di noi.