Vaniggio “Solo un sogno”, recensione
Non bastano poche note per capire il mondo di Vaniggio, al secolo Ivan Griggio ex Versivari; infatti il mood iniziale di A volte basta, traccia introduttiva di questo nuovo full lenght edito da Music Force, sembra immediatamente proiettare i classici riferimenti del rock italiano, intarsiati da stilemi estesi, in grado di ospitare metriche differenziate, pronte a ridefinire stile e cromatismi.
Un sound (Amore un cazzo) che, a tratti, arriva a mescolare approcci easy ad un songwriting, ad onor del vero-soggettivo, considerabile perfettibile, ma di certo carico delle venature timbriche che pongono l’autore in una sincrasi tra Vasco Rossi e One Man Band. Proprio attraverso le strutture musicali di brani che appaiono ragionati ed evoluti rispetto all’atteso, si giunge a Ogni vestito, caratterizzata dall’uso centellinato dell’hammond e da riusciti cambi direttivi, tesi a sviluppare un sound che cita sensazioni blues in Dai un nome alle cose, di certo tra le tracce più interessanti del disco. Infatti, la ritmica battente che volge verso Zocca, mostra l’anima viva e vitale dell’autore, che non dimentica nella propria tracklist una vera e propria ballad Solo un sogno, delicata composizione in cui, ancora una volta, l’anello debole appaiono le scelte dei lemmi.
La setlist prosegue poi con la spensieratezza di Una carezza non vuol dire amore, incentrata su vacue speranze, definite da accenti in levare, che ci invitano verso le sensazioni Pezzali di Favole, traccia (a dire il vero) scricchiolante, a differenza di Stessi sbagli, intoccabile finale in cui l’orientamento punk rock ci fa pensare un poco meno le ombre di un disco che, al di là dei miei dubbi, probabilmente amerete… se dediti ad una musicalità tipicamente italian-rock.
Tracklist:
- A volte basta
- Amoreuncazzo
- Ogni vestito
- Dai un nome alle cose
- Solo un sogno
- Mai come sembra
- Una carezza non vuol dire amore
- Favole
- Stessi sbagli
Etichetta: http://www.musicforce.it/