The Vasto “In darkness”
Quattro vertici, 2 voci, 2 chitarre, una bass line e un drumset. Si presentano così i The Vasto, band estense nata ai bordi del 2014. Da allora tre EP auto- prodotti ed ora il gran debutto con la Overdub Recording, matrice demiurgica di ritmiche complesse, rabbia e stilemi alt-post HC
Un aria da irish pub ci introduce all’implosione dell’overture spigolosa e squadrata di Memorial 2083, anthem battente di un post HC d’impatto, in grado di trainare l’attento ascoltatore in un labirinto espressivo in cui si chiede di andare oltre le apparenze. Infatti, il memoriale del terrorista norvegese Andres Breivik sembra volerci invitare nell’oscurità umana ricercata dal disco. Una luce tetra che accompagna l’individuo umano spesso carnefice, come nel triste caso del 22 luglio 2011, ma talvolta vittima, così come accade in Flood, narrata in featuring con Guido First Brawl. Il brano annoverabile tra i più interessanti del full lenght, vestendosi di cuciture thrash e nu-metal, dona uno sguardo attentivo alle alterazioni psichiche, per poi voltarsi verso il sofferente mood di Fractures , in cui la linea vocale mostra il proprio apice narrativo.
La funerea ed inquieta atmosfera, peraltro già definita dall’ottima cover art di Simone Furia, sembra trovare forma nell’interludio sonoro di In darkness, per poi tornare ad urlare la propria rabbia carica di distorsioni e destabilizzati break down con Constellations. Il disco trova poi una definitiva quadra nella struttura battente di Crocodile Tears, intensa nella sua profondità sonora, e nell’atto finale Scars, veloce tracciato in cui ci si sofferma sul mondo dei cutters, ponendo l’accento su una tematica sociale tristemente attuale.
Un disco non certo germinale, ma piacevolmente aggressivo.
Tracklist:
1. Memorial 2083 (The Story Of Anders Breivik)
2. Flood (Feat. Guido/First Brawl)
3. Fractures
4. In Darkness
5. Constellations
6. Clean
7. Crocodile Tears
8. Scars