“Straight edge xxx”, Gabriel Kuhn, recensione
Sono uno come te
Ma ho di meglio da fare
Che stare seduto a incasinarmi la testa
Frequentare morti viventi
Sniffare merda bianca su per il naso
Svenire ai concerti
Per me lo speed non esiste
Non ne ho bisogno
Io ho lo straigth edge, io rigo dritto
Dopo qualche tempo torniamo a parlare di un opera letteraria promossa dalla Shake Edizioni, questa volta per inoltrarci in maniera seria e sociologica in quel mondo che, partito dalla Londra 77, si è trasferito oltreoceano per alimentarsi sotto la bandiera dell’Hardcore. Partendo proprio da quei focolai alternativi, il volume arriva a definire come protagonista indiretto di queste 270 pagine l’hc-punk ed in maniera dominante la filosofia dell tre x. Infatti Gabriel Kuhn, profondo conoscitore del pensiero sXe, non si limita a fornirci una mappa orientativa del percorso musicale, partendo dal District of Columbia dei D.O.A e Teen Idles, ma arriva a valicare il globo terrestre, tra festival e manifesti dogmatici.
Il libro offre un’incredibile quantità di nozioni atte a capire al meglio la filosofia che vive in milioni di kids di tutto il mondo, attraverso testimonianze dirette, interviste e documenti che saranno di interesse per tutti coloro che sono affascinati dalle culture sociali legate alla musica e a chi in un modo o nell’altro è stato punk.
Un fiume in piena che ha creato nel tempo diversificazioni, affluenti e deviazioni inaspettate, divaricato una sottocultura attenta e critica, sviluppato correnti molto lontane tra di loro e mescolato arie destrorse anni 90 con le metodologie leniniste- troskiste di band come Manliftingbanner.
Le storie nascoste tra le righe, talvolta impegnative da leggere, narrano di un modo Intelligente di perseguire l’atteggiamento protestatario del punk, senza accettarlo in toto e senza sposare quello stile di vita nichilista e autodistruttivo. Tanto è vero che per Gabriel Cardenas o Robert Matusiak non siamo più affetti dal no future, inteso in maniera 77, né siamo più solamente fiori nell’immondizia, ma esistiamo come persone pensanti, capaci di emergere dalle costrizioni che la società consumista ci impone.
Dunque è da qui che parte la filosofia di vita di Refused e Gorilla biscuits quando promuovono l’assenza di sesso occasionale, abuso ed uso di sostanze psicotrope, oltre a fumo e alcool di ogni tipo.
Fantascienza? Assurdità?
Forse per qualcuno si, ma non per chi ha tatuato quelle tre x sulla propria pelle, volgendo lo sguardo alle mille sfumature del sistema, che arriva ad evolversi il Vsxe tramite un esponenziale limitazione di sé, verso un approccio non solo vegetariano della propria sussistenza, ma anche vegano, per una filosofia che non si nasconde dietro a ferite inspiegabili, né a contraddizioni di fondo che vengono analizzate alla perfezione dalle pagine del libro.
Tra riflessioni e viaggi nelle più disparate zone del mondo, l’autore ci accompagna infatti all’interno di un viaggio che trova le proprie radici nelle comunità zapatiste e nelle Bonnot francesi, sfidando il lettore ad una rivoluzione sobria, infarcita di molta politica, anarchia e musica, quella che vi farà riscoprire band come i mitologici Minor Threat e gli estremi Earth Crisis, nella sensazione di essere proiettati in un mare istintivo, in cui la capacità di rifiutare è da considerarsi base di un intero movimento…ricordandosi in fondo che lo straight edge è il vaffanculo definitivo.