Storia di una … (The) Band – Parte ottava

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Capitolo VIII: Rock of Ages

Prima Dylan e poi la stagione di Woodstock e dell’isola di Wight avevano quindi rivoluzionato la fruizione dal vivo della musica rock, il primo rivelando la capacità di attirare il grande pubblico, la seconda affermando il credo dei raduni oceanici. Nell’estate del 1970 gli organizzatori canadesi di uno show itinerante su rotaia cui fu dato il nome di Festival Express scoprirono che questi due aspetti erano inconciliabili: benché il cast fosse di prima scelta – The Band, The Grateful Dead, Janis Joplin – la tournée fu un fiasco perché nacquero dei movimenti di protesta che invitavano a boicottare lo show perché i concerti non erano gratuiti.

L’esperienza di Festival Express rivista oggi dà segno del progressivo distacco di Robbie Robertson dal mondo del rock di cui pure aveva tanto bramato di far parte; il tour fu un fiasco per gli organizzatori ma lungo la strada ferrata che lo portò da Toronto a Calgary rappresentò una festa di cinque giorni per gli artisti, ma forse festino è parola più adatta, Rick Danko: “Festival Express was sex, drugs and rock&roll at its best”. In tutto questo Robbie era ogni giorno di più un pesce fuor d’acqua, autodidatta di ambizione e volontà feroci pur restando legato – in cahoots – al gruppo nelle intenzioni, aveva ormai poco a che fare con Levon – sempre sotto l’effetto dei tranquillanti – con Richard – ubriaco 24/24 – e Rick – detto l’aspirapolvere, non per la sostanza abusata ma perché assumeva tutto ciò che gli capitasse a tiro.

Questo stile di vita non incideva sulla capacità di fare grandi show una volta sul palco: il tour europeo della primavera del 1971 andò benissimo e così le date estive americane ma quando in autunno Cahoots fu pubblicato sembrò che tutti avessero bisogno di una pausa, The Band divenne così il primo gruppo nella storia del rock a prendere un anno sabbatico, ma prima di questo segno di stanchezza il gruppo pose una nuova pietra miliare: Rock of Ages .

Quando The Band era The Hawks aveva spesso avuto una sezione fiati: nacque così l’idea che la chiusura del tour – ultimi quattro giorni del 1971 alla Academy of Music di New York – avrebbe dovuto essere speciale e presentare dei nuovi arrangiamenti da far confluire in un disco dal vivo. Per Life is a Carnival – brano d’apertura di Cahoots e primo del gruppo ad avere una sezione fiati – The Band aveva collaborato con il leggendario produttore e arrangiatore di New Orleans Allen Toussaint, la nuova collaborazione avrebbe visto Toussaint alle prese con l’intero catalogo del gruppo. D’accordo con The Band Toussaint scrisse degli arrangiamenti nel tipico stile della crescent city dove ogni strumento a fiato suona una figura differente ma tutto converge sapientemente a creare quelle sonorità così peculiari. I musicisti scelti per le quattro serate erano tutti colossi, veterani dell’orchestra di Count Basie come Snooky Young o di quella di Ray Charles come Howard Johnson: il tempo per provare il tutto era poco ma il talento tanto, a dare una mano accorsero pure altri titani del sound di New Orleans e grandi amici di The Band come Dr. John e Bobby Charles.

Ingegnere del suono della registrazione dal vivo fu Phil Ramone, che sarà poi celeberrimo produttore: “imparai tantissimo vedendo come The Band comunicava con la sezione fiati, il resto era nella miscela delle voci di Levon e Rock e come quella di Richard si inseriva tra loro. Ma il cuore di questo impero della musica erano Robbie e Garth. Una delle migliori esperienza della mia vita”.

Barney Hoskins: “The Band era al top, basta ascoltare le prime battute di Don’t do it per capire che Levon e Rick erano la miglior sezione ritmica in circolazione”.

A completare il trionfo di queste serate nella Grande Mela sarà il 31 il redivivo Bob Dylan, che salirà sul palco per fare quattro brani con The Band, ma forse no, il trionfo – quello vero, da storia del rock – sarà la pubblicazione di Rock of Ages il doppio album dal vivo che nascerà da quelle registrazioni newyorkesi: il disco vedrà la luce nell’estate del 1972, arriverà al #6 di Billboard e da quel momento sarà la pietra di paragone di ogni disco dal vivo che uscirà, Rock of Ages significa che adesso il disco dal vivo è una prova di creatività non inferiore al lavoro in studio e che The Band – ancora una volta – ha dettato la strada.