Sixty miles ahead, Intervista
Dopo L’articolo della scorsa settimana eccoci nuovamente a parlare dei Sixty miles ahead, questa volta attraverso le parole di Luca Caserini, batterista della band, che ha gentilmente risposto alla nostra intervista bonsai.
1. Come di consueto le mie interviste bonsai iniziano con la medesima domanda: potete spiegarci l’origine del nome Sixty miles ahead?
Il “miles ahead” era nato per prendere in giro un musicista con cui abbiamo suonato che si definiva “miglia avanti”, il “sixty” invece era già stato proposto da Fulvio, il nostro chitarrista.
Conoscendolo penso sia perché richiama vagamente Nikki Sixx e l’Hard rock anni ‘80! Unendo le due cose è uscito “Sixty Miles Ahead” e a pelle ci sembrava rappresentare bene la band e il nostro sound!
2. Dal punto di vista grafico ho notato un netto miglioramento della cover art. Blank Slate si accompagnava ad un semplice approccio stilistico, con Millions of burning flames il salto di qualità grafica è evidente. Come è nata la struttura della work art e del vostro nuovo logo?
Ci sentiamo molto legati a entrambe le cover! L’assoluta semplicità della copertina di “Blank Slate” era fortemente voluta e incarna a pieno il concept dietro all’EP. È stata una scelta abbastanza estrema e per questo abbiamo ricevuto critiche ma anche tanti commenti positivi!
Per il nuovo disco volevamo un artwork che esprimesse tutta l’energia che abbiamo riversato nel creare questo disco e che speriamo torni a chi ascolta la nostra musica! Questo è il semplice concetto che sta dietro alla copertina, al logo e al titolo “Millions of Burning Flames”.
Essendo il nostro primo full-lenght, nell’artwork ci siamo anche divertiti a citare alcuni dei nostri dischi preferiti, ma lasciamo a chi legge il lavoro di trovarli! Per il “salto di qualità” di cui parli ringraziamo Dirt Design Studio e il fotografo Max Valerio che ci hanno affiancato nel realizzarlo!
3. Il nuovo convincente logo può essere considerato definitivo? Lo ritroveremo nei prossimi album?
Per quanto ci piaccia non mi azzarderei a definirlo definitivo. Mentre la nostra scritta molto probabilmente resterà il nostro marchio distintivo, il logo è nato in stretto legame con “Millions of Burning Flames” quindi non escludo che possa mutare con il nuovo album! Ma è presto per dirlo, dipenderà tutto da che direzione prenderà il nuovo lavoro!
4. Tra le righe della recensione ipotizzo un corposo parallelismo con i Motley Crue. Il paragone è per voi motivo di fastidio o di orgoglio?
Siamo tutti grandi fan dei Motley e di tutto l’Hard&Heavy di quegli anni ,quindi il paragone è motivo di orgoglio, sicuramente parte delle influenze arrivano da loro! Nonostante questo, a dire la verità, non siamo grandissimi fan di Vince Neil e del suo modo di cantare!
5. Quali sono le principali influenze che definiscono la vostra arte compositiva?
Tutti noi possediamo influenze diverse! In generale abbiamo ascendenti heavy che uniamo a parti più melodiche provenienti dall’Hard Rock anni ‘70/’80 e dal post Grunge/Alt rock degli anni ’90 e ‘00. I primi nomi che mi vengono in mente sono Europe, RATT, Gotthard, Alter Bridge, Slash, Metallica, Nickelback, Shinedown e Black Stone Cherry.
6. Rispetto al precedente Ep, cosa è cambiato in voi?
A livello musicale non è cambiato molto se pensi che i due dischi sono stati registrati a distanza di solo un anno e che alcuni brani del full-lenght erano già in lavorazione ancora prima che uscisse “Blank Slate”! È cambiato il modo di comporre perché abbiamo avuto più tempo per lavorare tutti assieme, sia sugli arrangiamenti sia su i testi, quindi, da questo punto di vista i pezzi sono più maturi. A livello personale posso dire che “ne sono successe parecchie”, mentre come band oggi ci conosciamo meglio, abbiamo suonato tanto assieme e forse proprio grazie a questo la band inizia ad avere il suo buon seguito… una bella sensazione!
7. Come è nata la collaborazione con la AntStreet Records?
E’ nata grazie alla collaborazione con Alice Di Red Cat Promotion, che si è occupata della promozione del nostro EP d’esordio! Grazie al suo lavoro “Blank Slate” è arrivato nelle mani dei ragazzi di Antstreet Records che si sono poi interessati ai nuovi pezzi!
8. Riascoltando il disco, quali sono le cose che non rifareste?
Direi che siamo pienamente soddisfatti di quanto fatto! Anche a distanza di tempo sappiamo che possono arrivare dei piccoli ripensamenti: alcune parole dei testi, alcune scelte nei suoni o della fase di mix. È una cosa fisiologica, quindi non ci diamo troppo conto! Il bello di fare dischi è che a un certo punto bisogna tagliare il cordone ombelicale e lasciarli vivere così come sono! Rappresentano un momento preciso del gruppo e di ciascuno di noi, non mi riuscirei a trovare una cosa che non rifarei!
9. Cosa direste a chi si sta scaricando illegalmente il vostro disco?
Sarei un ipocrita a fargli la predica, il download illegale per quanto sia sbagliato negli ultimi anni ha rappresentato un veicolo formidabile per la diffusione e lo scambio di nuova musica. Allo stesso tempo è innegabile che agli artisti spetta un giusto compenso per le loro opere, quindi gli direi che se quello che ha ascoltato gli piace, dovrebbe ritenersi moralmente obbligati ad acquistare il disco! Oggi CD, digital download e streaming hanno raggiunto prezzi così accessibili che a volte è davvero ingiustificabile ricorrere al download illegale! Per il resto sappiamo tutti che oggi si guadagna soprattutto sui live e sul merchandising, quindi l’importante è sostenere economicamente le band…in qualsiasi modo!