Samsa Dilemma – Everyday Struggle
Di rado abbandono la via maestra dei Dischi da Isola Deserta che ormai da anni seguo con continuità per Music on Tnt, per deviare verso le impervie vie della musica (veramente) indipendente della nostra penisola. In questo infinito lockdown, la buccia di banana sul quale sono piacevolmente inciampato è questo interessante album dei Samsa Dilemma intitolato Everyday Struggle. Energia pura, rock prevalentemente elettrico e tanta qualità le armi che sfodera questa band trentina (il cui nome prende spunto dal personaggio Gregor Samsa del romanzo “La metamorfosi” di Kafka), capitanata dai membri fondatori Riccardo Pro e Daniel Sartori. Proprio in occasione di questa nuova avventura discografica, i due hanno imbarcato come copiloti la sezione ritmica formata dal batterista Fabrizio Keller e il bassita Fausto Postinghel.
Il mood del disco è “bipolare”, alternando momenti di esplosioni che ricordano l’approccio punk – se non pienamente nello stile quantomeno nella visceralità dell’espressione – ad altri più cerebrali. Con tali premesse è forse naturale che sull’intero progetto domini un manto di inquietudine che però non perde mai il controllo totalmente e guida l’ascoltatore in un interessante percorso. L’inizio è intenso con Potion mood che parte quasi parlata alla Lou Reed e poi arriva a un muro di riff e a un refrain melodicamente lineare, ma tirato. Apparentemente confusionario, il brano è invece il perfetto manifesto di quello che seguirà, la band ha le sue carte e le butta quasi tutte sul tavolo. Brand new day segue a ruota, ma ha un piglio più radiofonico e la vera chicca è l’uso dell’armonica che spezza il dominio elettrico, regalandogli improvvisamente un vestito più americano. Dopo l’up, come accennato, segue quasi inevitabilmente il down con la splendida ballata dinoccolata e notturna 2 AM (che potrebbe essere uscita dalla penna di Jakob Dylan e i suoi primi Wallflowers). Neanche il tempo di prendere il fiato e prima dei (soli) due brani in italiano del disco (Destino e Non Funziona) riesplode il citato “orientamento” punk.
La dolce 1000 Nightmares for Dead sembra quasi una seduta dallo psicanalista: suona glaciale, ma in realtà nasconde un nucleo energico che presto fa accelerare il ritmo e riaccende gli animi, pur non esplodendo mai (sarebbe stato prevedibile e considero quindi perfetta la loro scelta). Ancora una volta l’armonica finale è la ciliegina sulla torta. La bellissima strumentale Barrel march è praticamente un viaggio psichedelico giocato tutta sull’ideale dialogo a distanza fra i geniali pizzichi di un violino e percussioni disconnesse, raggiunti dal suono del basso che presto svanisce per tornare nel finale. Il sovrapporsi di brevi loop elettronici porterà, infine, la mente all’ipnosi totale ed è quindi consigliabile l’ascolto di notte, magari con le cuffie, per godere a pieno di questo incredibile effetto.
Nel finale la ballata Turn the big light on e soprattutto l’acustica 21 novembre 2018 (bellissima la tromba sullo sfondo) incorniciano alla grande un disco che chiaramente evidenzia un’apprezzabile indipendenza espressiva. Speriamo che i Samsa Dilemma non perdano mai questa loro spontaneità e continuino a esplorare le strade che il loro cuore gli indicherà, così, senza fronzoli e senza compromessi.