Rock Connections_Bruno Macdonald
Se Dewey Finn ( alias Jack Black) avesse avuto a disposizione Rock Connection, lo avrebbe di certo utilizzato per i suoi giovani studenti, perché se il rock fosse davvero materia scolastica di insegnamento questa mappa completa del rock’n’roll sarebbe di certo un libro di testo propedeutico a qualsiasi tipo di approfondimento. Un libro su cui studiare, imparare e vedere.
L’opera curata da Bruno Macdonald raccoglie una serie di informazioni dirette ed indirette, curiose ed inusuali sulle principali stelle del rock, attraverso un percorso originale che prende spunto da diversificate inquadrature.
Come spesso accade però pur essendo ragionevolmente abbondante, la ricerca non si può dire completa, perché l’utopia di completezza non può concretizzarsi per un animale vivente come il rock, un cosmo infinito, che sopravvive in una spazio temporale senza pareti. Dunque nonostante l’irrazionale possibilità di costruire muri sugli infiniti perimetri, il libro, con le sue circa 300 pagine, racconta segreti ed aneddoti poco conosciuti ai più.
Dal periodo post Elvis ai Coldplay, Macdonald sussurra storie di intrecci professionali che si annodano improvvisamente tra una incredibile miriade di eventi, ordinatamente posti in maniera ipermediale. Infatti l’idea che si ha leggendo il volume in questione è proprio quella di essere all’interno di un web site; una lettura tutt’altro che lineare, che ci accompagna in un dedalo di informazioni tra riquadri, colori e concettualità linkabili.
Rock Connection è pensato non solo per coloro i quali portano con sé la nostalgia del vinile, ma anche (o forse soprattutto) per tutte le nuove leve di ascoltatori, capaciti andare oltre al vuoto concettuale, riuscendo così a definire un’immersione nella vera e pura musica, attraverso un rapido movimento stimolante e coinvolgente. L’edizione de IL CASTELLO offre con la sua cura estetica un ottimo prodotto, come dimostra la cover art della semirigida copertina, magnifica elaborazione metaforica del percorso narrato; una chitarra favolistica le cui infinite corde si formano e trasformano in linee temporali, capaci di sfiorare e tangere gli eventi, formando nodi concettuali, non solo sul mondo on stage, ma anche rispetto a tutto quel mondo di backstage meno conosciuto. Infatti tra i meandri narrativi ritroviamo alcuni paragrafi dedicati ai produttori principali di questo abbondante mezzo secolo di rock come ad esempio George Martin e Rick Rubin e di alcune importanti label che hanno fatto la storia del genere. Sarà così che il lettore incontrerà la disputa Emi-Sex pistols, l’evoluzione della Motown o i primi passi della Sun.
Nel vortice della grande storia balleremo poi nella strada con Bowie, Van Hallen e Martha & the Vandellas e scopriremo l’aberrante gioco mortale di 2Pac e Notorius B.I.G, del legame intimo e nascosto tra Radiohead e Pink Floyd, senza dimenticare poi il giovanissimo Steve Wonder, l’adrenalina di James Brown o i voluti plagi di Lou Reed ai danni di Marvin Gaye. Una storia infinita in cui si ha il piacere di perdersi in una lettura davvero più unica che rara.
A completare il tomo è poi un interessantissimo viaggio nel viaggio, attraverso i locali storici che hanno visto nascere le stelle del rock, tra le caverne di Liverpool e il mitico Marquee, fino alla folla del Loolappaloza.