Metallica e la filosofia

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“Metallica e la filosofia- Libertà, autenticità, etica: dal rock un invito a pensare” è il titolo completo di un libro tanto inusuale, quanto straordinario, per tutto ciò che offre e soprattutto per le modalità con cui si sviluppa.
Apogeo Edizioni ha deciso di dare alle stampe un volume di circa 250 pagine, il cui nobile tentativo è quello di analizzare il rock, qui inteso nell’accezione metal, attraverso il filosofeggiare dei maestri strorici del ragionamento. Non ho ben chiaro se l’obiettivo è quello di far avvicinare i metal kids alla filosofia, oppure i filosofi all’HM, ma di certo, chi deciderà di leggere questo saggio, avrà a disposizione una serie di argomentazioni di straordinario rilievo. Infatti, sul mercato, quanto meno italiano, quest’opera risultata una sorta di gemma rara, capace di offrire qualcosa in più rispetto alle analisi molto interessanti della collana “Pensieri e Parole” di Editori Riuniti.

Lo studio di Irwin apre delle finestre finora lasciate chiuse, portando a termine un libro che richiede una buona dose di concentrazione; infatti difficilmente vi potrete godere le pagine sull’autobus tra la gente intabarrata per l’inverno, né tanto meno poco prima di dormire, quando le palpebre risultano piombate dalla stanchezza del giorno che si chiude.

Il libro è organizzato in una suddivisione particolare gestita come una sorta di discografia. I 22 pensatori contemporanei che hanno voluto partecipare al progetto, fungono da sapienti tasselli per il collage finale, che si pone come obiettivo quello di applicare gli intenti di Lars e soci al pensiero, per dimostrare ed esplicare il loro scopo filosofico. Certamente, per chi come me che ha vissuto gli anni di liceo e dell’università ad inseguire le dissertazioni di Platone, Zenone, Hegel e molti altri, fa impressione vedere come la filosofia possa essere applicata ad ogni sviluppo artistico dell’esistenza. Forse alcuni potrebbero considerare quest’opera assurda e fine a se stessa, ma se sarete capaci di aprire le vostre menti, vi diletterete in un libro anomalo è intenso. La metal militia dovrà sforzarsi nell’incontrare Marx e Heideger, superando l’apparente tedio di alcuni ragionamenti, mentre i filosofi puri dovranno superare quello snobbismo esistenziale che alcuni miei ex colleghi hanno sempre dimostrato di avere. Se si riuscirà a sconfiggere questi ostacoli, allora conoscere nuovi territori.

I vari autori di questo componimento sono riusciti a definire un buon compromesso tra quello che la storia dei Metallica offre tra dipendenze, criticità sociali e cambiamenti, con una parallela analisi induttiva e deduttiva di ciò che molti pensatori avrebbero potuto desumere, se fossero stati in prima persona glossatori del mondo vissuto da Hetfield. Per certi versi può essere considerato ironicamente un libro di fanta-filosofia in cui si sviluppano correnti di pensiero applicate (raramente in modo forzato) a ciò che la band statunitense ha voluto esprimere in questi vent’anni di carriera.

Tra le tracce letterarie più interessanti annoveriamo senza dubbio il capitolo 7 di Peter S. Fosl, professore di filosofia alla Transylvania University di Lexington in Kentucky. Il letterato statunitense, sviluppando il concetto dell’immortalità della mortalità, analizza il mondo dei four horsemen attraverso nichilismo, ribellione, moralità e potere, avvalendosi di nobili tesi Marxiste e Nietzchiane. Una delle più sentite simmetrie si ritrova nella critica della moralità cristiana del tedesco Friedrich Nietzche, per il quale la religione, già oppio dei popoli per Marx, finisce per indebolire le persone, facendo a pezzi le loro menti e le loro culture. Il medesimo concetto si ritrova molto spesso nei testi di Hetfield come in “Lepper messiah”, in cui la devozione religiosa viene considerata alla stregua di una malattia, una sorta droga che da reale dipendenza. L’aspetto teologico per certi versi sembra ritornare in “Master of Puppets” e in maniera ambigua anche in “The four horsmen”. Sembra quindi che i Metallica soffrano, come afferma Fosl, di un nichilismo imperfetto, vale a dire un tentativo di sfuggire al cristianesimo senza trasvalutarne completamente i valori. Questo potrebbe ritrovare la propria genesi nella maturazione adolescenziale di James Hetfield, educato da scientista cristiano, come racconta Philio Lindholm nel capitolo 6. La dottrina scientista si basa sulla concezione fondante del fatto che solo Dio cura tutto, i medici non servono. Come si desume dalle pagine di “Mettalica e filosofia”, sembrerebbe che proprio lo scientismo integralista fu causa della morte prematura dei genitori di James e probabilmente il buon Freud avrebbe avuto qualcosa da dire sulla consequenzialità dei termini.

…e qui mi fermo anche perché scorrendo con la rotella del mouse verso l’alto mi sono accorto di aver scritto più del dovuto, ma se deciderete di leggere questo libro capire anche il perché.