Carmen consoli al Teatro la Fenice di Genova
Ogni qualvolta che mi capita di vedere Carmen Consoli dal vivo, è per me una sorpresa. Non posso certo considerarmi un fan accanito della “cantantessa”, come lei stessa si definisce. Infatti, quando mi capita di comprare un suo disco, rimango sorpreso delle capacità canore della fanciulla, ma riesco difficilmente a farmi trasportare dalle note, come invece di norma accade durante i suoi live. La cantautrice catanese, possiede senza ombra di dubbio una rara capacità di regalare emozioni durante i concerti, a differenza di ciò che accade su disco, quando le note rimangono come imbrigliate, senza riuscire a concedere quel oceano di emozioni, che trapela in una serata come questa . Il live genovese porta nel capoluogo ligure uno show diverso, che per certi versi può assomigliare a “L’anfiteatro e la bambina”, ma che in realtà promuove una Consoli dal nuovo e sensuale look, per uno spettacolo capace di offrire al folto pubblico pagante una versione particolare di concerto. Per tutta la durata della serata, sul palcoscenico Carmen e i suoi abili musicanti, dividono lo stage con la brava Simona Barato, attrice di sicuro avvenire. Più volte infatti le liriche proposte sono accompagnate da piece teatrali, che riescono con il sorriso e con intensità a raccontare in modalità differente le canzoni della brava ma taciturna cantante. Molti sono i fan che attendono il dialogo con la propria beniamina, ma l’unica voce che viene offerta al pubblico è quella delle sue canzoni.
La prima parte del concerto è per lo più dedicata all’ultimo convincente disco “Eva contro Eva”, con il quale si è aggiudicato recentemente il premio “Carosone alla carriera”, mostrando di se il lato più mediterraneo. La tradizione, alla quale la musicista è molto legata, si rafforza con le recitanti parole della Barato che aprono alla voce e chitarra dell’introduttiva “Sulle rive di Morfeo”. Le note viaggiano verso “Matilde Odiava I Gatti” e “Fiori D’Arancio”, accompagnate dal suono unplugged del fedelissimo Massimo Roccaforte, dalle percussioni di Fuccio Panettieri e dal contrabbasso di Marco Siniscalco a cui si aggiungono Santi Pulvirenti alla chitarra e Andrea di Cesare al magico violino. Le note viaggiano nell’aria senza pause, un lungo intro da il via al suono zigano de “I giorni dell’abbandono”, musicata da Goran Bregovic, mentre Carmen delizia i presenti con headbanging alternato a provocanti movenze da ancella. La Frontwoman abbraccia la sua chitarra e inizia con le prime strofe di “Tutto su Eva” e la dolce “Maria Catena”, influenzata dalle sonorità della bella trinacria.
La seconda parte dello show lascia il posto agli antichi fasti di brani come “Contessa miseria”, la bella versione di “ Per niente stanca” e l’immancabile piccola perla “L’ultimo bacio”, fortunato soundtrack dell’omonimo film di Gabriele Muccino. Le canzoni che si susseguono portano con se suoni inusuali, come quello della zampogna, del banjo e del sithar, con il quale Santi delizia una platea ammaliata da un “solo” di smisurata grandezza artistica. La serata scivola via verso il bis di rito, con cui finalmente Carmen parla alla platea, mostrando amore per una città che ogni volta la accoglie con tutti gli onori e facendo riferimenti ai tristi eventi sportivi di Catania rivela invidia per il modello Ultras Tito. “Confusa e felice” la Consoli termina il suo bel concerto, dedicando la ribalta ai suoi bravi compagni di viaggio, mentre “Ciao amore ciao” di Tenco, funge da colonna sonora ad un dolce finale.