Bacciocchi & GAlletti Rock’n’Goal, recensione
Rock’n’goal rappresenta (per me e forse per altri milioni di “casi” là fuori ) l’incrocio tra due delle più sentite ragioni di vita, quella ultras tatuata nel cuore e quella sonora tatuata sulla pelle.
Musica e calcio hanno da sempre raccontato momenti magici, delusioni ed illusioni da gradinata; una gioia dettata dai cori ripresi da vecchi successi che rappresentano un rituale incomprensibile per chi non mastica calcio, ma che si palesa come una energica estensione emozionale senza confini. Le lacrime di gioia e quelle di dolore sono tradizionalmente scandite dalla musica, ma non da quella che in maniera cripto-americana molti stadi d’Italia ci propinano prima del match, per un Karaoke trash sin da subito mal sopportato da chi porta il proprio cuore in gradinata, parlo di quella musica che accompagna la nostra squadra del cuore, i cori, le canzoni legate all’istante e le intuizioni giocose che il calcio ha spesso portato con sé.
Inevitabilmente in magico accordo tra calcio e note rappresenta nelle sue più svariate sfaccettature un contenitore di suggestioni legate ad episodi e momenti, proprio come accadde a Seven nation Army durante Berlino 2006. Tutte queste connessione tra le sette note e il rettangolo di gioco sono argomento di questo piccolo grande libro, che non può che diventare un must.
A sviluppare le argomentazioni sono Antonio “Tony Face” Bacciocchi, già apparso sulle nostre pagine con Mod Generation e il debuttante Alberto Galletti, bravi a raccontare centinaia di aneddoti gustosi, che trovano linfa vitale in un circoscritto mondo senza fine. Infatti, nel tentativo di dare corpo alle circa 200 pagine, gli autori hanno cercato di concentrare le loro ricerche sul nostro mondo calcistico e su di quello a cui spesso si anela: quello britannico.
Il libro, dopo un magnifico incipit in cui musica e calcio si abbracciano (inevitabilmente) attorno alle subculture, regala uno scenario inusuale che parte dalle ambivalenti relazioni tra i circoli bohemien e il football, sino ad arrivare ad una rara valutazione delle voci dal calcio, capitolo nel quale scoprirete Savoldi, Chinaglia e Gascoigne alle prese con un microfono e sarete sorpresi nell’apprendere che i mitologici Junior e Socrates hanno all’attivo dei (curiosi) sette pollici.
Tra dati nozionistici e romantici ricordi avrete l’opportunità di addentrarvi in un a lunga lista di singolari notizie.
Sapevate che se non fosse stato per un incidente Julio Iglesias sarebbe diventato portiere del Real Madrid?
Sapevate che King Diamond ha un passato nelle giovanili del Hvidovre?
Sapevate che Steve Harris, noto tifoso del West Ham, nel giardino di casa ha un campo da calcio??
Insomma tra le pagine di questo libro vi ritroverete a cantare Rita Pavone e You’ll never walk alone , tra testimonianze di un calcio puro che non esiste più e leggende (da ultras blucerchiato fatemelo scrivere:)) alquanto fantasiose, come quella che racconta di un Frank Sinatra con un’unica fede…quella genoana.