Xenia Nabokov – Clipped Wings

La musica (realmente) indipendente è la vera linfa vitale dei nostri tempi, non ci sono dubbi. Da quando mi sono personalmente trasferito a Bruxelles quattro anni fa, mi ero già imbattuto in diversi artisti interessanti (tutti italiani) dei quali in qualche modo ne ho sempre parlato in questa nostra rivista. Questa volta “il destino” mi ha portato sulle tracce di Xenia Nabokov, cantautrice belga di origini russe, la cui voce intrigante (a metà fra Viktor Lazlo e Melody Gardot) mi ha profondamente colpito sin dal primo ascolto (tra l’altro su un semplice smartphone di un caro amico di vecchia data), tanto da averla già contattata per un house concert che si terrà a novembre di quest’anno.

Il suo primo EP, intitolato Clipped Wings, è nato in Inghilterra dalla collaborazione col suo produttore nonché chitarrista Alan Marr Reekie che è anche autore di tutte le musiche. I testi invece, tutti autobiografici, sono tutti farina del sacco di Xenia e l’amore per la musica la sta convincendo nel puntare tutto su questa nuova possibile carriera. A mio avviso ha tutte le carte per raggiungere questo obiettivo, ancorché ambizioso visto le difficoltà oggettive che questo settore sta vivendo da almeno un decennio.

I pezzi inclusi nel disco sono quattro ballate tutte caratterizzate dal medesimo filo conduttore che si dipana sostanzialmente su tre fronti: la semplicità degli arrangiamenti, l’intensità dell’atmosfera e, come anticipato, la splendida voce della cantante. Il primo brano in scaletta è proprio la title track dal sound jazzy coinvolgente, ulteriormente accentuato dalla scelta della Nabokov di un canto leggermente nasale, tipico del genere. Il testo è notturno parla metaforicamente di diavoli e angeli che incombono su ogni anima, tirandola da una parte verso l’inferno e dall’altra fornendole la speranza di un futuro migliore la cui immagine è raffigurata da un immaginario “castle in the sky”. L’andamento cullante del pezzo è a mio avviso parzialmente fuorviante perché nasconde il suo nucleo che è a ben vedere tutto spirituale.

Figure angeliche tornano protagoniste anche in Unsuspected love, nella quale spunta sullo sfondo anche il piacevole suono di un’armonica (strumento che personalmente ho sempre amato per la capacità di aumentare l’intensità espressiva). Questa volta però si tratta chiaramente di una metafora: è un nuovo amore inatteso che arriva dopo che l’autunno e la sua malinconia le avevano portato via un vecchio amore, costringendola di nuovo a ricominciare per l’ennesima volta. Una carezza al cuore.

Il terzo brano Denial dall’approccio folk (chitarra acustica e armonica) è decisamente malinconico ed ha la particolarità di essere stata impreziosita da raggianti vocalizzi della stessa Xenia. Il testo parla di una donna che ha scelto paradossalmente di morire dentro per sentirsi più viva, evidentemente negando delle parti della sua vita che le facevano troppo male. Buon viso a cattivo gioco e sorriso di circostanza sembrano le uniche armi che ha per andare avanti (o forse è solo un sorriso sull’ironia della vita), ma è evidente che la ferita dentro resta e difficilmente rimargina. Il disco si chiude con Pebbles of gold che segue lo schema musicale della precedente, mentre Xenia racconta di un amore che per lungo tempo le ha regalato attimi stupendi (rappresentati proprio da quei sassi dorati). Tuttavia, sembra arrivato il momento di troncare, suo malgrado, per l’impossibilità di portare quel rapporto a un livello superiore e renderlo solido: l’amore merita sempre il massimo e non deve accontentarsi mai. A questo punto semplicemente non vedo l’ora che questa talentuosa artista belga pubblichi il suo primo LP, le cui canzoni tra l’altro sono state già pronte, con il quale potrà puntare con decisione a farsi conoscere ovunque nel mondo.

 

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English Review

 

The music (really) independent is the true lifeblood of our times, there is no doubt. Since I personally moved to Brussels four years ago, I had already come across several interesting artists (all Italians) of whom I have talked about in this our magazine. This time “destiny” has taken me on the trail of Xenia Nabokov, a Belgian singer-songwriter of Russian origin, whose intriguing voice (halfway between Viktor Lazlo and Melody Gardot) has deeply impressed me since the first listening (really, on a simple smartphone of a dear old friend), so much that I have already contacted her for a house concert to be held in November this year.

Her first EP, entitled Clipped Wings, was born in England from the collaboration with her producer and guitarist Alan Marr Reekie, who is also the composer of all the music. The lyrics, mostly autobiographical, have been all written buy Xenia and the love for music is convincing her these days to focus everything on this new possible career. In my opinion, sha has all the cards to achieve this goal, although ambitious due to the objective difficulties of this sector in these days.

The tracks included in the disc are four ballads, all characterized by the same common thread that unfolds essentially on three fronts: the simplicity of the arrangements, the intensity of the atmosphere and, as anticipated, the splendid voice of the singer. The first song is the title track with an engaging jazzy sound, further accentuated by Nabokov’s choice of a slightly nasal song, typical of the genre. The text is nocturnal, metaphorically speaks of devils and angels looming over every soul, pulling it from one side towards hell and from the other giving it the hope of a better future whose image is represented by an imaginary “castle in the sky”. In my opinion, the lulling course of the song is partially misleading because it hides its core, which is completely spiritual.

Angelic figures also play a leading role in Unsuspected love, in which the pleasant sound of a harmonica also appears in the background (an instrument that I have always loved for its ability to increase expressive intensity). This time, however, it is clearly a metaphor: she ‘s actually talking about an unexpected new love that arrives after “autumn” and its melancholy had taken away an old love, forcing her to start again and again. The song is a caress to the heart.

The third one, Denial with a folk approach (acoustic and harmonic guitar), is very melancholic and has the peculiarity of having been embellished by radiant backing vocals by Xenia herself. The lyrics are about a woman who paradoxically chose to die inside to feel more alive, evidently denying parts of her life that hurt her too much. Good faces and a smile of circumstance are the only weapons she has to go on (or maybe it’s just a smile upon life irony), but it is clear that the wounds inside remain and hardly heal.

The record ends with Pebbles of gold that follows the musical scheme of the previous one, while Xenia tells about a love that for a long time gave her wonderful moments (represented precisely by those golden stones). However, the time seems to have come to end it up, even if sadly, due to the impossibility of bringing that relationship to a higher level and making it solid: love always deserves the maximum and must always be satisfied. Now all I can say is that I just can’t wait for this talented belgian artist to publish her first LP, whose songs have already been written, with which I hope she will be able to let know her work all over the world.