Urtovox:Alessandro fiori + …A toy orchestra
Questa settimana torniamo sulle note della Urtovox Records, esperta ed attenta casa discografica fondata da Paolo Naselli Flores, nell’ormai lontano 1997. La label nostrana, insignita del premio speciale quale miglior etichetta indipendente nel 2006, offre un’interessante collaborazione a Music on tnt, anche grazie all’agenzia UNOMUNDO press & promo e ad una perfetta arte distributiva targata Audioglobe.
In questo numero il viaggio nell’articolato mondo indie si compie attorno ad Alessandro Fiori e …A Toy Orchestra, felici rappresentazioni della creatività indie italiana.
Alessandro Fiori
“Attento a me stesso”
Sono trascorsi ben undici anni da quando Alessandro Fiori decise di porre le fondamenta al progetto Mariposa, e da allora l’abile polistrumentista ha attraversato i sentieri di Lorenzo Brusci, Alessandro Stefana, Paolo Benvegnù e Marco Parente, prima di approdare all’estrosa e difficoltosa arte di “Attento a me stesso”. Il disco si appoggia ad un surrealismo lirico e a sonorità Naif, nonostante i molti anni accademici di preparazione musicale che Alessandro ha dietro di sé.
Nella creatività espressa ritroviamo una visionaria concezione del reale, molto similare all’arte pittorica di Salvador Dalì e all’ironia destabilizzante di Pino Pascali.
Dal disco fiorisce un ricercato e difficoltoso sapore che ingloba poeticamente ed ermeticamente il nostro mondo, attraverso un intratesto di non facile assimilazione, come accade nell’introduttiva “Idrocarburi”, in cui l’alternative si incontra felicemente ad un beat demodè, in un unico abbraccio jazz, che sfocia nell’Abruzzo di Ian Graziani, tra violino, stoppate e cambi di direzione. Un new age metaforico ed oscuro, per l’ironia di un pianoforte che sposa alla perfezione l’acutezza lirica di Fiori. L’album risulta ricco e dissimile a se stesso tra ballate Ronin (“Fuori piove”) e passaggi classico-madrigalisti (“2 cowboy per un parcheggio”), che non alterano l’ossatura prettamente indie, come mostra la ballata alternativa di “Lungomare”, in cui il richiamo a Bugo appare inevitabile nella sua rappresentazione della solitudine.
Fiori riesce poi a mescolare il rock dal fondale lento (“Labbra fredde”), con la fiabesca sonorità di “Fiaba contemporanea” e “Trenino a cherosene”, in cui l’ottimo giro di sei corde regala una breve narrazione sopra le righe.
Trai brani migliori segnaliamo “Senza le dita”, in cui voce e chitarra anelano ad un calmiero sussurrio dall’allegorico simbolismo, estremamente legato al vulnerabile spirito interpretativo, riemerso nella melanconia passatista della Tricarichiana “La vasca“, che, come la rimanente parte dell’album, appare al primo ascolto quasi scontroso e che solo con un ascolto attentivo si può arrivare a definire come muro d’incanto, con le sue arguzie e le sue pazzie.
A Toy Orchestra
“Midnight Talk”
Ascoltando “Midnight talk” ci si può chiaramente render conto del perchè…o meglio…dei perchè Mr.Agnelli li abbia voluti a rappresentare parte del progetto “Il paese è reale”. Potremmo parlare di buon capacità compositiva, di originalità esecutiva oppure di archetipi sviluppati con rarissime smagliature…ma tutto ciò sarebbe riduttivo!
Tra l’alternative pop di prima generazione e l’Inghilterra anni 70… ecco a voi …A toy Orchestra, band salernitana, che potrà essere un interessante viatico tra chi di indie si ciba e di chi di pop si fa cibare.
Il disco, offuscato da un art cover molto poco convincente e a mio avviso tanto disadeguata, quanto fuorviante, viene battezzato da “Sunny days”, dolce e poppeggiante intro, avviluppato attorno alla femminea voce di Ilaria De Angelis, in euritmico duetto con Enzo Moretto. Voci e pianoforte edulcorano l’andatura pacata, che si rifugia senza soluzioni di continuità in “Red Alert”, e subito a ruota “Mystical Mistake” la cui anima electro beat, propone un groove figlio del rock seventies made in UK.
Un buon giro di chitarra introduce il climax di “The day of the bluff”, che sboccia in un semplice alt pop, maturante con l’ottima “Celentano”, omaggio sentito alla genialità dell’Adriano nazionale”, una traccia divertente, divertita, viaggiante e giocosa come il riff ridondante di “Backbone blues”, tra le cui note una voce filtrata in rock, coinvolge e regala melodie pulite ed intelaiature funkeggianti insaporite da sintomi da Mexico e nuvole. Il brano, fondamentalmente di caratura rock blues, appare perfetto per la natura variegata e completa, tipica di una band che torna al passato comune con “Plastic Romance”, in cui l’arte mediterranea fa visita all’efficacia d’oltremanica, similmente alla beatlesiana “The golden calf”.
Un accenno a parte merita “Summer”, il brano forse migliore di “Midnight talk”. La classica ballata alternativa pop, che camuffata un easy listening, evidenzia un immediato “invaghimento” della partitura semplice ed efficace sin dal primo play.
Insomma un disco che oggi emerge facilmente dal gretto qualunquismo sonoro, tra dolcezza e voglia di osare, tra grazia e piacevolezza armonica.
In poche parole un disco DA COMPRARE SENZA TROPPI DUBBI.
Tour
16 Aprile CATANIA @ Magazzini Generali
17 Aprile PALERMO @ Nuovo Montevergini
24 Aprile FIRENZE @ Auditorium Flog
1 Maggio TORINO @ Spazio 211
7 Maggio ROMA @ Circolo degli Artisti
8 Maggio CASTIGLION del LAGO (PG) @ La DARSENA
14 Maggio @ BOLOGNA Lokomotiv
15 maggio BRESCIA VINILE 45
22 Maggio AREZZO @ KAREMASKI