Urban Steam “Under Concrete”, recensione
Voce pulita, chitarre distorte e sezione ritmica lineare. Ecco a voi Under Concrete, debut marchiato Red Cat Records.
Si chiamano Urban Steam e sono un quartetto (poco) alternative ( e molto) rock, pronto a raccontare otto tracce contemporanee, mescolate a rimandi di fine anni ’70 e nuovi orizzonti sperimentativi (Storm), posti al servizio di sonorità ben bilanciate da ottime intuizioni. Idee e tecnicismi che trovano concretezza in They live, in cui spezie post grunge, tratti calmieranti e omaggi “toxicity” ci conducono ad un rock solido e ben armonizzato.
Il suono della band capitolina, infatti, arriva a vibrare le corde (a dire il vero) perfettibili di Soul, prima di tornare a spingere con una splendida titletrack, arricchita da un riff iniziale in grado di aprire spazi adeguati all’oggettiva potenza vocale.
Il disco, nato da un attento lavoro di strutturazione, viaggia dal Bataclan violato sino a visionari itinerari, pronti ad invitarci verso le arie vintage di Wake up, composizione in cui i sentori Ian Gillian si mostrano in maniera marcatamente naturale, spinti da una particolare urgenza narrativa che chiude il proprio cerchio con Years, reale specchio artistico di un disco bene arrangiato, in grado di guardare avanti pur sapendo di avere le proprie radici nel rock di ieri.
Tracklist
1.Storm
2.They Live
3.Soul
4.Under Concrete
5.Cross The Line
6.City Lights
7.Wake Up
8.Years