U2 – The best of 1980-1990 & b-sides – 1998

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I due volumi THE BEST degli U2 ci portano a fare il punto sull’ultra ventennale carriera del gruppo irlandese.
La prima raccolta copre i primi dieci anni di vita e narra di una band che passa dalle prime ingenue esperienze ‘garage’ e ‘proto-new wave’ al successo mondiale sotto l’egida di Brian Eno.
In realtà proprio i primissimi passi sono trattati in maniera molto sommaria, visto che non c’è traccia dei singoli d’esordio (sarebbe stato necessario almeno l’inserimento della significativa “11 o’clock tick tock”), mentre, dai primi due album [BOY (1980) e OCTOBER (1981)], viene recuperata solo l’energica e lampeggiante “I will follow” (la tristissima e splendida “October” appare alla fine solo come ‘ghost-track’).

Il successo comincia ad arridere agli U2 a partire dal ‘combat-rock’ dell’album WAR (1983) e, infatti, dalle ‘sessions’ per questo disco vengono tratti due brani storici come “New year’s day” e “Sunday bloody sunday” [nella parte relativa alle b-sides c’è il dispensabile strumentale “Endless deep” e “Trash, trampoline & the party girl”, prima brutta incarnazione della “Party girl” acustica in bella mostra sull’album live UNDER A BLOOD RED SKY (1983)].
Passati al rock ambientale di Eno, gli U2 sfornano THE UNFORGETTABLE FIRE (1984), album magnificamente evocativo, per suoni e testi, da cui viene estratta una triade fulminante: “Pride”, “Bad” e il brano omonimo [dal versante b-sides abbiamo le delicate “The three sunrises” e “Love comes tumbling” (che avrebbero fatto la loro figura anche sull’album) e lo strumentale ‘eno-logico’ “Bass trap”].

Ancora prodotti da Eno, ma anche in pieno ‘flirt’ con le radici del rock americano, gli U2 incidono THE JOSHUA TREE (1987), il loro capolavoro: nella raccolta compaiono i tre singoli estratti a suo tempo dall’album (“With or without you”, “I still haven’t found what I’m looking for” e “Where the streets have no name” – è un peccato, però, che manchi uno dei brani in assoluto più belli e coinvolgenti del gruppo irlandese, “Bullet the blue sky”) più una straordinaria serie di b-sides ingiustamente escluse dal disco ufficiale [“Sweetest thing” (dolcissima, utilizzata, con diverso mixaggio, come ‘trailer’ dell’album), “Spanish eyes”, “Walk to the water”, “Luminous times” e “Silver and gold” (in versione diversa, più dura, rispetto a quella incisa da Bono nell’85 per SUN CITY, un album contro l’apartheid in Sudafrica)].

Gli U2 celebrano se stessi e il rock ‘pionieristico’ con l’album successivo, RATTLE AND HUM (1988): nel ‘BEST’ sono presenti i quattro singoli estratti (“Desire”, “When love comes to town”, “Angel of Harlem” e la suadente “All I want is you”) con alcune b-sides in linea con il contenuto ‘americano’ del disco [le autografe “Hallelujah here she comes” e “A room at the Heartbreak Hotel” più le cover “Dancing barefoot” (brano molto suggestivo di Patti Smith), “Everlasting love” e “Unchained melody” (queste ultime francamente evitabili)].