Tsunami Edizioni – Intervista.
La passione per la musica non è solo suonare o recensire dischi. Farla vivere non significa solo interviste e concerti. Far conoscere alle nuove generazioni non è solo video e memorabilia. Contribuire al mondo musicale in modo attivo e stimolante è anche scrivere libri e, forse ancor di più, pubblicarli. Coraggio, passione, preparazione e viaggiare controcorrente mossi solo dalla voglia di non abbandonare un mondo che, sia pur tra alti e bassi, è sempre in continuo movimento sono tra i motivi ispiratori della Tsunami Edizioni. La piccola casa editrice milanese, attiva dal 2007, ha da poco festeggiato la pubblicazione del suo cinquantesimo volume. Biografie, monografie, saggi, guide ai dischi più indicativi di moltissimi generi sono i capisaldi della sua produzione. Abbiamo parlato con Eugenio Monti e Max Baroni, gli artefici e realizzatori del progetto Tsunami che hanno raccontato da dove è nata questa avventura e dove sta andando.
– Breve storia della Tsunami
– Come e perché l’idea di una casa editrice che si occupa di musica?
L’idea nasce nel 2007, durante una semplice chiacchierata. In due parole, ci siamo resi conto che tutti i libri che parlavano della musica che ci interessava venivano pubblicati solo all’estero e non arrivavano praticamente mai a vedere un’edizione italiana; da qui lo stimolo a mettersi in gioco in prima persona e provare a riempire questa nicchia editoriale che da noi è sempre stata trascurata. Così abbiamo iniziato a studiare come muoverci, e con alle spalle già un po’ di esperienza (lavoravamo entrambi con i libri, anche se in un ambito completamente diverso) abbiamo messo in cantiere il primo titolo, che è uscito nel 2008.
– Perché un così particolare ambito della musica?
Semplicemente perché è quella che ci piace: amiamo il rock in pressoché ogni sua sfumatura. Ovviamente ciascuno di noi due ha gusti diversi, che a volte convergono e a volte no, ma si può dire che spaziamo dal progressive ed il classic rock dei ’70 sino alla musica industriale e al metal più estremo. Proprio come i libri che pubblichiamo. E d’altra parte è proprio la nostra passione ad offrirci la competenza necessaria per valutare se un libro possa essere interessante per il pubblico a cui ci rivolgiamo.
– Il primo libro pubblicato? Perché?
Il primo è stato Moshpit – Violenza Sotto il Palco, un libro-inchiesta che parte dagli Stooges e arriva sino alla tragedia di Roskilde e agli incidenti di Woodstock ’99 per cercare di comprendere cosa spinge i ragazzi ad agitarsi violentemente durante certi concerti, interrogando anche alcune band e arrivando a mostrare cosa può succedere quando la situazione sfugge di mano.
Volevamo un titolo coraggioso, che desse da subito l’idea che non avremmo pubblicato “libri qualsiasi” ma che saremmo andati a toccare zone in precedenza battute poco o nulla. Una sorta di dichiarazione di intenti, insomma. E, non ultimo, è davvero un bel libro, estremamente originale ed interessante.
– Dalla vostra esperienza, come è cambiato il mondo di chi segue il rock?
Premesso che la passione verso il rock è ancora viva ed immutata, e lo testimonia il numero di persone che segue assiduamente il genere, dal nostro punto di vista possiamo dire che negli ultimi anni Internet ha sicuramente mutato il modo di fruire della musica e di recuperare informazioni: le nuove generazioni in particolare scaricano i dischi invece di comprarli, e pensano che in rete si trovi tutto quello che serve sapere sul proprio gruppo o artista preferito, snobbando quindi la carta stampata. Quando invece un libro ben curato, con dietro magari mesi o anni di ricerche, interviste esclusive, etc. offre un grado di approfondimento, dettaglio e, spesso, affidabilità, che molto difficilmente si può ritrovare facendo due giri su Google.
Ma non si può nemmeno fare di tutta l’erba un fascio, e per fortuna ci capita spesso di vedere tanti ragazzi giovanissimi che leggono, si informano, e si avvicinano a questo mondo con la voglia di scoprire e approfondire, in contrasto con l’attitudine “usa e getta” che sta purtroppo prendendo piede.
– Sono mutati approccio e disponibilità dei protagonisti nel corso degli anni? Ossia, è più facile ora contattarli per le biografie o non sono cambiati?
Dipende. Per le biografie che traduciamo dalle edizioni estere, noi abbiamo contatti solo con gli editori, quindi sono loro (o gli autori) ad avere eventualmente a che fare con gli artisti. Ma dal numero notevole di libri di questo tipo che stanno uscendo da qualche anno a questa parte, ci sentiremmo di dire che oggi gli artisti sono molto più propensi ad avere un libro che parli di loro, e quindi sono più disponibili e accessibili. Un po’ forse perché molti hanno raggiunto un’età in cui è normale fare dei bilanci, guardarsi indietro e tirare un po’ le somme della propria vita – e cosa meglio di un libro per farlo? Un po’, e questo è il lato meno romantico della medaglia, perché con il costante calo delle vendite dei dischi, alcuni magari sperano di riuscire a tirare su qualche soldo extra con i libri.
– Internet ha aiutato o messo in difficoltà il settore?
Come dicevamo prima, di sicuro ha cambiato parte delle abitudini di fruizione delle informazioni. La rete è da molti considerata come un pozzo di onniscienza da cui poter pescare tutto quanto serve relativamente ad un dato argomento. In realtà, le cose non stanno così. Chi ha frequentato la scena musicale (soprattutto underground) pre-Internet sa bene che tantissime informazioni non hanno mai fatto il grande salto dalle fanzine o dalle riviste sino alla rete. Una prova su tutte la fornisce il libro Come Lupi tra le Pecore, che abbiamo pubblicato recentemente: le ricerche per la sua stesura sono state condotte pressoché solo su riviste, fanze e pubblicazioni sotterranee, mentre la rete è stata utilizzata più che altro per contattare personaggi o gruppi.
Ecco, sotto questo punto di vista possiamo dire che Internet ha fornito un aiuto enorme a qualsiasi settore, compreso il nostro: ora contattare autori, editori, coordinare libri a distanza, avere un legame più diretto con i lettori, promuovere i titoli, etc. è diventato estremamente più semplice e veloce. Quindi diciamo che, come per molte altre cose, Internet è un mezzo con potenzialità eccellenti: basta saperlo usare bene, e non pensare che tutto si esaurisca all’interno di esso.
– Personaggio che vi è rimasto più impresso?
– Quello più antipatico?
Riferendoci ai musicisti con cui abbiamo avuto a che fare direttamente, direi che siamo stati molto fortunati e non ci siamo mai trovati davanti a persone antipatiche o sgradevoli. Forse quelli un po’ più ostici sono i loro manager, ma d’altra parte è una categoria estremamente pragmatica e protettiva per cui le priorità sono sempre la tutela ed il guadagno degli artisti che rappresentano, quindi diciamo che un po’ di “freddezza” è comprensibile.
– Come e perché nasce un libro Tsunami?
Il “perché” è presto detto: perché l’argomento ci piace e ci interessa. Il requisito primario è sempre quello, qualsiasi proposta viene valutata prima di tutto con l’occhio del fan e dell’appassionato. Poi ovviamente subentra lo sguardo – poco romantico, ma indispensabile – dell’imprenditore, altrimenti finiremmo per imbarcarci in pubblicazioni che magari amiamo molto, ma che ci porterebbero al fallimento nel giro di sei mesi. Diciamo che ci vuole equilibrio: non faremo mai un libro su gli One Direction, anche se con tutta probabilità venderebbe molto, perché non ce ne frega nulla e non ci piacciono; ma nemmeno possiamo permetterci di pubblicare un volume sulla scena thrash metal giapponese, perché lo comprerebbero – se va bene! – dieci persone.
Il “come” dipende dal tipo di libro: se è una pubblicazione straniera, acquistiamo i diritti e ne curiamo la traduzione e l’impaginazione per poi farlo uscire qui da noi. Se è una produzione nostra, scritta da un autore italiano, ne curiamo la realizzazione (a volte anche l’ideazione) sin dalle primissime battute, coordinando l’editing, la struttura, la grafica e tutti gli aspetti che alla fine vanno a formare il libro vero e proprio.
– I libri non moriranno mai?
La speranza è quella, altrimenti avremmo già cambiato mestiere! Scherzi a parte, secondo noi non moriranno mai, o almeno non così presto come in tanti vorrebbero far credere. La carta stampata ha ancora un suo fascino per moltissime persone, noi per primi, e quindi l’idea è di continuare su questa strada. Ovviamente non intendiamo ignorare il mercato degli e-book, perché il futuro sta ovviamente andando (anche) in quella direzione, ma per noi il caro vecchio libro è ancora qualcosa di speciale e speriamo che resti così ancora a lungo.
– Progetti per il futuro e prossime uscite?
Di progetti ne abbiamo in cantiere molti, non ci fermiamo praticamente mai e d’altra parte non possiamo nemmeno permetterci di farlo se vogliamo continuare a restare in piedi. Ora abbiamo appena pubblicato l’autobiografia di Glenn Hughes ed è in arrivo il divertentissimo libro di Zakk Wylde Il Metal Spiegato ai Bambini (a cui abbiamo anche legato un interessante concorso per vincere una chitarra Epiphone, i dettagli sono sul nostro sito internet www.tsunamiedizioni.com). Da qui alla fine dell’anno abbiamo in programma diverse altre cose, tra cui un libro che racconta l’epopea della storica emittente radio milanese RockFM, una biografia di Alice Cooper, una dei Van Halen, una dei Rammstein, un libro dedicato ai migliori dischi dell’AOR e un progetto molto interessante e “multimediale” che sfrutta sia la carta stampata che Internet: si chiama On Stage Back Stage e racconta la storia e i retroscena di cento canzoni appartenenti a vari generi dell’hard’n’heavy, dall’alt-rock al metal estremo. Per ogni pezzo sarà presente un QR code, un codice inquadrabile con il telefonino che collegherà direttamente ad Internet per poter ascoltare il brano di cui si parla e vederne il video. Insomma, un vero e proprio “libro da ascoltare”, oltre che da leggere.
Per approfondimenti, www.tsunamiedizioni.com.