Toti Poeta L’ora di socialità, recensione

Sono passati molti mesi dall’ultima volta in cui mi è capitato di parlare in maniera diretta della Malintenti dischi, ma ancor oggi ho stampato nella memoria le sensazioni che album come Notte di mamma (Donsettimo) e Ora ti ho (Orazio) erano riuscite a lasciarmi. Quelle stesse sensazioni, rinverdite recentemente dalle note di Nicolò Carnesi, tornano a vivere tra le easy good vibrations di questa nuova release, nuovamente distribuita da Audioglodo/Unomundo.

Il terzo lavoro del cantautore messinese Toti Poeta porta il nome di L’ora di socialità e si mostra all’ascolto figlio delle esperienze di VivaRadio2 e Raccontando, da cui pare questo nuovo platter, racchiuso in un minimal DP, che si racconta attraverso un attento songwriting, sporco specchio della nostra inquinata realtà, raccontata da un prudente gusto per le armonie. Gli ottimi arrangiamenti dei brani rappresentano certo la punta di diamante del disco da cui emergono influssi del pop rock italiano a partire dal mondo vitale di Daniele Silvestri, come accade nell’estiva Riparto da noi e negli intarsi inusuali di I nostri Silenzi.

Molte sono le sensazioni di deja ecu, espresse ad esempio nelle docili e sentite note di L’arresa, in cui ritroviamo un incrocio tra Max Gazzè e Nicolò Fabi, che si aggiungono alle sensazioni grazianiane di La comprensione, la cui linea dominante trova il suo ego in brani perfettibili come il giocoso ritmo di La bellezza e Al di sopra di me blandamente intimista e a tratti forzata.

Tra i brani migliori di questa Ora di socialità emergono, senza troppi dubbi, i canti incrociati di Quel che rimane, impreziosita dai fiati di Roy Paci, sempre immacolati nella loro presenza. Di buon aspetto appare poi l’andamento on the road della titletrack in cui gli ascoltatori sono richiamati con le loro fobie a ritrovarsi a guardare verso l’esterno, oltre la personale prigione che ognuno di noi si impone, nel tentativo di irrompere quel grigiore poco ammaliate.

Siamo dunque di fronte ad un disco ricco di contrasti e contenuti sonori che, rafforzati dalle idee di pre produzione, si ritrovano armonizzati da attenti arrangiamenti capaci di trascinare con sé l’ideale urgenza reattiva contro un isolazionismo intellettivo ed artistico, malattia intrinseca della passività fagocitante.

Tracklist
L’arresa | La comprensione | Riparto da noi | Al di sopra di me | I nostri silenzi | La bellezza è nei miei occhi | Faccio di tutto | Quel che rimane | Non succederà | L’ora di socialità