The Stooges – The Stooges – 1969
Nel 1969 esordiscono su disco The Stooges con il seminale disco omonimo.
La band è capitanata da uno straordinario e stupefacente performer, Iggy Pop (all’epoca Iggy Stooge), mentre la ‘line-up’ è completata dalla chitarra di Ron Asheton, dal basso di Dave Alexander e dalla batteria di Scott Asheton.
L’album è uno sconvolgente viaggio in sonorità aspre, graffianti (ma mai hard), guidate da un selvaggio suono di chitarra (diretto progenitore della crudezza punk) e da un cantato a volte parossistico, a volte disperatamente dolce di quell’animale da palcoscenico che è Iggy Pop.
Mai il rock, prima di allora (a parte il primo disco dei Velvet Underground) si era inerpicato lungo questi suoni disturbanti e tutt’altro che tranquillizzanti: il punk e la new wave devono tantissimo a questi due dischi.
Su tutto campeggia la lunghissima nenia (oltre 10 minuti) di “We will fall”, una maestosa, perversa, disperata litania governata dall’eccellente produzione dell’ex Velvet John Cale (che aggiunge un ulteriore pizzico di drammaticità al brano con gli inserti della sua viola, lascito del suo passato ‘velvettiano’) e dalla cavernosa voce del leader.
Il resto spazia dalla splendida chitarra ‘malata’ di “I wanna be your dog” al proto-punk di “No fun”, dalla rozzezza di “1969” all’inquieta dolcezza di “Ann” fino alla chitarra imbizzarrita di “Little doll”.
Gli Stooges realizzeranno ancora due splendidi album prima di sciogliersi, minati dalle droghe.
Un rigenerato Iggy Pop riapparirà nel 1977 sotto l’egida lirico-sonora del duca bianco Bowie, ma quella è un’altra storia.