The Mad Scramble – Still another nightcap, recensione.
The Mad Scramble è un progetto che nasce nel 1998 ed ha all’attivo tre album ed esibizioni live che, nel tempo, hanno portato anche a qualche collaborazione di un certo prestigio, prima tra tutte quella col compianto Hiram Bullock. La loro musica è un insieme di funky, R&B e soul bianco che, con tutta probabilità, trova nel live un naturale momento celebrativo, grazie anche ad un sound obiettivamente coinvolgente e ben costruito.
Questo lavoro del 2013 non deve portarvi a pensare a chissà quale novità nei generi suddetti: si fa musica diretta, schietta anche nelle scelte di mixing e post-produzione, coi suoni che arrivano puliti e senza troppa effettistica. La tracklist è un po’ una scaletta da concerto, con diverse situazioni offerte a miscelare buoni groove ritmici, fiati precisi e netti, organo Hammond quando occorre, chitarre magari un po’ mainstream (come anche il resto, per certi versi) ma gradevoli ed azzeccate. Si fa un po’ l’occhiolino qui e lì a Joe Cocker come più in generale alla tradizione di genere, con una componente più moderna che rimanda –vuoi anche per la voce- alla Dave Matthews Band. Le composizioni hanno il tiro giusto ed arrangiamenti fatti apposta per girare con loro; sul piano strettamente architettonico le linee armoniche e melodiche sono semplice e, anzi, qualche punta di originalità non avrebbe guastato, ma davvero nel genere è difficile (e lo è sempre più) trovare qualcosa di realmente nuovo; se questo vale già per la musica in generale figuriamoci quanto diventi faticosamente più vero nel contesto di ambiti musicali piuttosto codificati come quelli che trattiamo qui. Insomma, si poteva da questo punto di vista fare di più decisamente, ma vale per un mare di produzioni anche molto titolate.
In sintesi ci si diverte, si ascolta una musica che passa facendo battere il piede a ritmo e lascia una sensazione piacevole. Il già sentito è praticamente immancabile nel settore e quindi pazienza, consolatevi con un prodotto che quantomeno è ben fatto, cosa che invece, nel genere e non, è ben più rara. Suono curato e presente, qualche acidità e saturazione di troppo qui e lì nelle voci.