The ghibertins “The less i know the better”, recensione

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Vi piacciono i Counting Crows, oppure apprezate Mumford and Sons? Allora non abbiate dubbi nell’avvicinarvi a The less i know the better, ottimo debutto dei The Ghibertins, band milanese dedita ad un curato rock (pseudo) alternativo, in cui il southern, il blues, il folk e le impronte indie si ritrovano all’interno di uno dei migliori dischi di questo trimestre estivo.

L’album battezzato dal sound vintage di Madness ci invita all’interno di un emozionale pattern dai tratti filmici, che per certi versi ricorda alcuni successi dei fratelli Gibb, qui di certo nobilitati da un’elegante veste sonora.

Si riparte poi verso il perlage di Carnival, straordinaria ed emozionale ballad, probabilmente la punta di diamante di un album piacevolmente lineare, costruito attorno a tracce pronte a perseguire una rara piacevolezza (Breathe for me), frequentemente costruita attorno ad archi e fiati modulati su arrangiamenti impeccabili, ideali nel raccontare un curato songwriting immerso in sonorità dirette ma ricche di sfumature.

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Il sound, fecondo di sensazioni narrative, trova nella voce nera è graffiata di Alessio Hofman un’apice espressivo al servizio di una band abile nel raccontare guitar solo (I’m war) e intesi influssi disorientanti (The less I know the better), le cui le note portano l’ascoltatore su di una linea composta da armonie inusuali. Il coraggio ponderato della band trova poi arie blues con In my hands (a pop song) e sintomi danzanti cin Facing a loaded gun, per poi volgere verso la delicatezza di Where are we now?, in cui si conferma l’approccio acustico come lieve trait d’union.

L’album si accende poi con la disincanta No way, che lascia l’inchino finale alla melanconica There’s no doubt about it, straordinaria chiusura di un disco elegante e privo di evidenti ombre. Un disco che (forse) forte di un singolare approccio linguistico zittisce potenziali detrattori, invogliando gli astanti a fermare il mondo, chiudere il proprio quotidiano in un cassetto e perdersi in un’opera che ha il dovere di storicizzarsi.

Tracklist
1. Madness
2. Carnival
3. Breathe For Me
4. Let ‘em Dance
5. I’m War
6. The Less I Know The Better
7. In My Hands (A Pop Song)
8. Facing a Loaded Gun
9. Where Are We Now?
10. No Way
11. There’s No Doubt About It