The Doors – The Doors – 1967
Nel 1967 esce “the Doors”, mitico esordio della band capitanata da Jim Morrison (completata dalle tastiere di Ray Manzarek, dalla chitarra di Robbie Krieger e dalla batteria di John Desmore).
Musicalmente parlando, il dato predominante è il blues, spesso però inghiottito e trasfigurato da potentissime inserzioni psichedeliche guidate non tanto dalla classica chitarra, quanto da un organo a volte suadente, a volte maestoso, in una voluta reiterazione del suono che (si pensi alla bruciante “Light my fire”) produce effetti piacevolmente stordenti e coinvolgenti.
Ma tutto il disco, come l’intero progetto-band, ruota intorno alla figura da ‘maudit’ di Jim Morrison, poeta e performer un po’ sopravvalutato, sicuramente beatificato in maniera esagerata dopo la morte avvenuta nel 1971: rimane vero, comunque, che nei momenti migliori il suo carisma espositivo venga fuori in tutto il suo fascino.
Il primo brano, “Break on through (to the other side)”, musicalmente e liricamente è una selvaggia dichiarazione di intenti, mentre indimenticabile è la, ora placida ora furiosa, cavalcata di “The end”, viaggio desolato tra i misteri della mente e dell’esistenza umana.
In mezzo la psichedelia sospesa di “The crystal ship”, la decadente ripresa della brechtiana “Alabama song”, il blues di “Backdoor man” e la cupa “End of the night”.
Mai più “le porte” sapranno raggiungere quei vertici, mentre Morrison affogherà sempre più nel suo trip autodistruttivo, tra incubi tossici e mai risolti complessi freudiani.