The black keys – Brother, recensione.
Brothers appare come un moderno ritorno del figliol prodigo per i Black Keys i quali, dopo rispettivi progetti solisti, si ritrovano nei Muscle Shoals Studios (Alabama) per continuare a fare musica insieme. La forza del duo di Akron sta nel loro affiatamento consacrato in dieci anni di collaborazione e sperimentazioni, tra cui il progetto Blakroc, che risente di contaminazioni della black music e dell’hip hop in un incontro quantomeno affascinante.
Dan Auerbach e Patrick Carney si allontanano cautamente dal garage-blues degli esordi (senza mai però abbandonarlo) per aggiungere diverse sfaccettature folk, funk e soul. Sono suoni vividi, grezzi e primordiali che spogliano il rock di orpelli inutili e superflui celebrando una dolente conversione e maturazione del duo, più unito che mai.
Il disco si apre con l’inaspettato falsetto di Everlasting Night, continua ritornando alle origini blues con Next Girl ma non si nega incursioni folk con canzoni come Unknown Brother o These Days. Perdura l’amicizia con Danger Mouse che produce il primo singolo Tighten Up, un lamento blues scandito da arrangiamenti funk.
Riecheggi alla black music appaiono nel groove di The Go Getter e nell’hammond di The Only One. Procedendo con il soul della malinconica These Days e di Black Mud, veri e propri rimandi al blues tormentato apprezzato dai fan di lunga data, approdano nel rythm n’ blues (senza farsi mancare suggestioni hip hop) della sofferta Too Afraid to Love.
Impossibile tralasciare le influenze sintetiche di Howlin for You, pezzo contaminato di schegge elettriche degne del blues dei Cream.
Degne di nota la cover del classico soul Never Gonna Give You Up di Jerry Butler e le suggestioni swing di Ten Cent Pistol.
Le influenze personali si rivelano le fondamenta di un lavoro completo come Brothers in cui le radici blues incontrano altri generi, discostandosi da quel genere di musica da tempo paragonato a quello degli White Stripes.
La voce di Dan Auerbach accompagna l’ascoltatore nelle profondità del paludoso terreno del blues, consigliandogli a sporcarsi un po’ le mani giusto per vedere cosa succede dopo.
Tracklist
1. Everlasting Light
2. Next Girl
3. Tighten Up
4. Howlin’ For You
5. She’s Long Gone
6. Black Mud
7. The Only One
8. Too Afraid To Love
9. Ten Cent Pistol
10. Sinister Kid
11. The Go Getter
12. I’m Not The One
13. Unknown Brother
14. Never Gonna Give You Up
15. These Days