The Bastard Sons of Dioniso, recensione
Razzismo (televisivo) selettivo
Temo di essere affetto da una sorta di razzismo televisivo; un razzismo (però) selettivo, forse privo di coerenza. Ma d’altro canto La coerenza è l’ultimo rifugio delle persone prive di immaginazione.
Il mio razzismo selettivo, applicato alla mediocrità televisiva, mi impone di aborrire indecorosi talent dal così basso contenuto culturale, che riesco a malapena a comprendere chi spende le proprie ore ad osservare aberranti ed inquietanti costruzioni mediatiche.
Ma, c’è un ma.
Vuoi per dar retta ai miei figli, vuoi perché realmente finisco davvero per appassionarmi, da alcuni anni sono divenuto un attento osservatore di X-factor.
Non so se considerare questo un outing vero e proprio.
Infatti, se da un lato arrivo ad apprezzare il percorso stilistico di alcuni concorrenti (Nevruz, Porno Stuntman e Bastard Sons of Dioniso su tutti), dall’altro comprendo chi parla di vacua speranza ed impietosa essenza, fatta di illusioni, boriosità e spocchia.
Pochi avranno successo, molti scompariranno nel nulla, altri dovranno assorbire la sindrome da rigetto, rimboccandosi le maniche e, tornando su quei palchi reali, ripartire dall’underground, senza sperare in inutili e deliranti marchette televisive.
TBSOD
Tra coloro i quali il palco lo continuano a vivere per davvero, oggi come prima dell’ ”ora X”, ritroviamo i TBSOD, meglio conosciuti come i Bastard Sons of Dioniso, band Valsuganotta resa celebre proprio dal format televisivo in costante ricerca del fattore X. La band, che al programma deve un disco d’oro, dopo il Premio Speciale Rivelazioni Giovani del Mei, oggi cammina da sola, senza la matriarcale protezione di Mara Maionchi e della Sony.
Lasciandosi alle spalle open-live sorprendenti (Ben Harper, Robert Plant, Green Day…), da pochi giorni il terzetto ha licenziato un interessante selftitled (che in realtà cela, a quanto afferma il power trio, un gustoso rebus, dal quale scoprirete il reale titolo di questo nuovo full lenght).
Ad aprire la nuova era dei “Bastardi” è il riff (quasi) acidiciano di Bestia tra il Bestiame , brano che sembra volersi appoggiare prima sul timbro in fase di maturazione di Jacopo Broseghini e poi su di un chorus che tanto ricorda i Timoria di Senza vento . L’incipit appare come naturale atto anticipatorio di un accorto utilizzo delle pelli, in cui Federico Sassudelli si mostra nella sua anima nu punk style, immerso in inevitabili rigurgiti anni ’00, qui al servizio di una traccia pronta a restituirci una band sempre molto legata ai propri cliché esecutivi.
Mentre un sampler vintage introduce Denti, curiosa e surreale composizione dal ciclotimico andamento, l’ascoltatore arriva a percepire, senza troppe ombre, come l’esemble trentino appaia assestato tra indie di facile ascolto e punk rock, pronto a trovare l’ottimizzazione nella Trincea, in cui si celano spezie Tarm, anticipate da archi Gnu Quartet. Se poi riuscite espressioni artistiche appaiono sia la semplicità sarcastica di Compro oro , sia il groove trainante di Samurai, è con i disturbi sonori di Iodio a Milano che la band ottiene il proprio climax sonoro, riuscendo a mescolare approcci Snaporaz ad un riuscito alternative rock, non privo di echi ridondanti e regolarità strutturale.
A completare l’opera terza sono le malinconie osservative di Cassandra e la verve emozionale di Ciò che reggeva il mondo, in cui la quattro corde funge da appoggio ad una traccia in pieno stile TBSOD, con le tipiche armonizzazioni e i battenti riff, definiti come punti nodali di un tracciato che tenta ( e quasi sempre riesce) a raccontare movimenti sonori variabili ed apparentemente irregolari.
Un disco piacevole che, personalmente, avrei voluto con meno cori e meno tendenziosità mainstream, ma che fa ben sperare per l’immediato futuro, grazie alle strutture solide ed espressive, che le spezie punk rock riescono a dare attraverso le sporche polveri, da cui il trio sembra non volersi liberare.
1. BESTIA TRA IL BESTIAME
2. DENTI
3. TRINCEA
4. COMPRO ORO
5. PRECIPITO
6. IODIO A MILANO
7. CASSANDRA
8. SAMURAI
9. TI SEI FATTO UN’IDEA DI ME
10. CIO’ CHE REGGEVA IL MONDO