Storia del Jazz – Approfondimenti. Caravan nella versione Jazz Messengers. Parte seconda.

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Cominciamo dunque con ordine a presentare tutti gli elementi architettonici che costituiscono questa performance dalla mirabile struttura coesiva.
Il primo elemento è certamente rappresentato dai due obbligato dati al pianoforte e al contrabbasso all’unisono:

Essi accentuano oltremodo l’africanità infuocata e travolgente della batteria attraverso proprio tale incedere terzinante.
Ascoltando poi il motivo iniziale, che fa da preludio al tema di Ellington vero e proprio, notiamo come esso sia basato sulla fusione di due scale di chiara ascendenza nordafricana, come anche notato dalle note di copertina del disco: <>.

Non a caso possiamo considerare proprio questo nuovo elemento tematico come l’aspetto peculiare di questo arrangiamento e su di esso abbiamo posto maggiormente la nostra attenzione. Ecco infatti il motivo, di cui accennavamo, come esposto dalla tromba (note reali):

Dopo l’interludio di batteria attacca il tema, che, di seguito, riportiamo in partitura completa (l’uso della terzina si è rivelato, ancora una volta, necessario per rendere meglio l’idea dell’andamento afro, portato dalla batteria):

La sezione B del tema è esposto, per le prime due misure, dai tre fiati con la tromba che, al solito, ha la prima voce; poi solo dal trombone – che lo estemporizza (lo varia cioè secondo i precisi accenti idiolettali propri del groove swing) sagacemente, mentre tromba e tenore contrappuntano, creando anch’essi ex-tempore linee di accompagnamento al tema. Stavolta il tutto è però condotto su uno swing time pensato al doppio della velocità (definito, in gergo, double feel) e non più afro, che comunque tornerà nell’ultima sezione A.
Dopo la presentazione del tema, ovviamente iniziano i soli; sono tutti interamente accompagnati in swing double feel. In seguito, come già illustrato, il materiale esposto in apertura – in vario modo- viene riproposto in chiusura.
Riteniamo che già da ora possiamo comprendere la centralità del referente africano non solo dalla poliritmia di Art Blakey, ma anche dalla composizione tematica, in particolare del preludio, nonché dei due obbligato di basso.