Steve Morse – High Tension Wires, recensione.
Prima di iniziare qualche informazione tecnica.
Steve Morse è un chitarrista.
Steve Morse è l’attuale chitarrista dei Deep Purple, sostituto di Mr. Simpatia Richie Blackmore.
Steve Morse si merita la visibilità che si ritrova adesso, anche se arriva di rimbalzo. Steve Morse suona da paura ma ogni nota è piena di buon gusto.
Bene, dopo questa manciata di notizie e considerazioni (opinabilissime, per carità!) in ordine sparso, passiamo a tentare di descrivere le emozioni che suscita l’ascolto del CD una volta inserito nel lettore. L’intero disco è stato suonato in solitudine dal Nostro (eccetto dove indicato, ovvero quando si avvale dell’aiuto dei vecchi compagni di viaggio Dixie Dregs o Steve Morse Band), con varie sovraincisioni di chitarre acustiche, elettriche e classiche.
La stesura dei pezzi denota, oltre ad una grande melodicità, una forte connotazione visiva, da scenari di pae¬saggi sconfinati (Ghostwind, Country colors e Endless waves) a storie e leggende medievali (The road home, Highland wedding e Looking back). C’è anche un brano, Leprechaun promenade, che rappresenta forse l’episodio più inconsueto del disco, una sorta di simil-fusion più vicino ai canoni dei Dixie Dregs (non a caso ci sono tutti al gran completo!).
Si passa anche per un episodio più tirato, un divertissement chitarristico (per lui! Non si prende fiato neanche un attimo!) veramente pregevole, ovvero Tumeni notes (non è un refuso, è scritto così!); l’intero brano è dominato da una cascata di note che non lasciano tregua all’ascoltatore, ma che al tempo stesso non inducono allo sbadiglio che si insinua in genere al terzo minuto di assolo di qualche guitar hero… Ma il vero gioiello Morse lo riserva alla fine del disco, con Modoc, due minuti e mezzo di pura poesia chitarristica. La particolarità del brano, per tacere della sua intrinseca bellezza, risiede nello strumento utilizzato per la registrazione in diretta nel banco di mixaggio (buona la prima!).
Si tratta di una chitarra classica amplificata (tralasciamo la marca per non fare pubblicità) dotata di due uscite separate, rispettivamente per le corde 1-3-5 e 2-4-6. Mi spiego meglio: il suono delle corde 1, 3 e 5 vengono inviate a sinistra e le corde 2, 4 e 6 a destra. L’ascolto che ne deriva è emozionante, con le note che sembrano danzare da una parte all’altra della stanza, anche se l’ascolto in cuffia è ugualmente coinvolgente.
Quindi: vabbè, adesso il buon Steve si guadagna da vivere (meglio) suonando Smoke on the water piuttosto che Black night piuttosto che Lazy, ma andiamo ad ascoltare cosa è capace di fare quando imbraccia la chitarra e ci guida nei suoi paesaggi!
Il disco non è di facile reperibilità ma ne vale assolutamente la pena.