Stench “Venture”, recensione

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Tra i meandri oscuri del metal estremo, esiste, ormai da molti anni una realtà felice di nome Agonia Records. La label polacca, da tempo si sta mostrando al proprio pubblico come un abile ed accorto orizzonte nero, in grado di dare alla luce prodotti dalla crescente qualità artistica.
Tra le più interessanti release degli ultimi tempi annoveriamo la nuova opera dei Stench, trio svedese dedito alle deformazioni più nere del death. Venture, secondo full lenght del combo di Varmland, rappresenta il naturale processo di maturazione del suo predecessore, arrivando a mostrare la necessità di rimanere ancorati ad una riuscita struttura vintage, che molto deve all’old school.

Il mondo degli Stench sembra partire dalle desertiche sensazioni grafiche della cover art, in cui un mondo oscuro e desolante si staglia ai confini del monicker aguzzo e tagliente, metafora indicativa di un sound grezzo e diretto che, pur partendo da stilemi death, arriva ad affogare il proprio ego nelle nere terre del black iniziatico. Un viatico fosco, in grado di restituire alle proprie angosce sprazzi di armonia, fagocitata dai nereggianti arricchimenti sonici.

Sette tracce in grado di addentrarsi nel lato horrorifico del narrato, mediante una caratteristica vocalità sofferente e magicamente espressiva, che mai cede ad alti vocalizzi, ma che al contrario si focalizza verso reminiscenze che, pur non dimenticando i Tribulation, giungono in maniera del tutto fluida e naturale a convogliare verso la Norvegia d’inizio anni ’90.

Il metodico viaggio nella fuliggine tetra sembra volersi concentrare su atmosphere ancestrali, primitive e polverose, mediante un riffing ciclico e ridondante ben definito nei suoi margini da un drum set grezzo e rurale, in grado di formulare un sentiero malsano e abissale da cui pare difficile uscire. Dimostrazione chiarificatrice delle sensazioni pece è, senza molti dubbi, l’opener Archways, in cui la voce di Mikael Pettersson, vira verso un black hellvetiano. Un sintomatico ed espressivo urlo, accompagnato dalla battente struttura minimale, pronta ad esprimere suoni grezzi e maudit. La forma muta nella sua veste nera, mediante compartimenti musicali molto oscuri, che invitano a sensazioni dark e ad un ben riuscito black thrash.

Mentre i numerosi cambi di ritmo riducono la ridondanza di un necessario incipit, il silenzio narrativo si pone come atto anticipatorio di The vast, il cui richiamo perfettamente blacked, restituisce una alchimia tra sezione ritmica e linea vocale. I riff puliti di Road alimentano poi l’alternanza tra sviluppi minimali e chiarezza espressiva. Un ammaliante ossessività, che evolve verso Small Death , una tra le tracce meglio riuscite. La lirica esplosiva e l’anima battente contribuisce al continuum narrativo, mediante un inatteso sapore anni’80 , che con il suo travolgente thrash si incanala verso un percorso espressivo avvolgente.

Il sentiero, stimolato da sensazioni perdute, focalizza il proprio target su di un particolareggiato isterismo dei piatti, distesi in overlay sulla vocalità malefica del frontman. I lineamenti della narrazione arrivano a mutare nel suo finale con un rallentamento pronto a ridefinire le ombre strutturali, che ben si armonizzano con l’orizzonte espressivo di Celebration, tetra ed angosciante composizione. Abile nel richiamare un immaginifico linguaggio filmico, la diluita traccia sembra volerci avvolgere tra le sue nebbie, grazie ad un sapore evocativo non troppo lontano dal periodo transitorio dei Bathory. Una lunga suite funzionale al climax emotivo, che si pone come punto di partenza per l’evoluzione artistica mostrata dalla titletrack, straordinario atto di chiusura e metafora dell’ intento fusion professato dal trio, pronto a percorrere un sentiero scosceso e diversificato.

Insomma 38 minuti fortemente raccomandati non solo a chi ama Repugnant e Nifelheim, ma anche e soprattutto a chi gradisce strutture sonore sgarbate e tutt’altro che lineari; in Venture non troverete nulla di puro e terso, ma solo fusioni disarmoniche del metal più genuino.

Tracklist

1. Archways
2. The Vast
3. Road
4. Small Death
5. Celebration
6. Way
7. Venture