Simone Cristicchi – Grand Hotel Cristicchi recensione
A Sanremo se ne sono viste tante.
La sessantesima edizione è nata in base a degli scoop che hanno fatto in modo di focalizzare l’attenzione dei media e del pubblico su alcune particolarità che hanno reso speciale questa edizione. I protagonisti ne hanno fatto da padroni e, con loro, la musica. L’unica cosa che si può dire, però, è che la musica è stata la diretta protagonista di tutto questo irrefrenabile giro di scoop che hanno rivelato, tra le altre cose, la più grande “scoperta” della musica leggera italiana: Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici con la loro “Italia Amore Mio”. Sembra chiaro definire che si tratti di uno scandalo vero e proprio, specialmente se ci si riferisce al fatto che il trio sia arrivato secondo.
Altre sono state, però, le notizie che, prima ancora del ritorno del principe, hanno fatto parlare: il caso Morgan (l’uso della cocaina come anti-depressivo); il caso Povia (per la sua canzone su Eluana Englaro) e il caso Carla Bruni la quale avrebbe rifiutato la partecipazione come ospite a Sanremo a causa di un piccolo menestrello romano, dai capelli arruffati, che l’avrebbe offesa in qualche modo attraverso la sua canzone “Meno Male”. Il soggetto in questione si chiama Rufus e non è altro che l’alter Ego di un cantautore che abbiamo imparato tutti ad aamre: Simone Cristicchi.
Sconcertati dal suo primo esordio (“Vorrei Cantare Come Biagio Antonacci”), Simone ha saputo sorprendere l’intera Italia rivelandosi come una grande personalità della musica italiana che sa creare e inventare canzoni memorabili da qui il suo primo album: “Fabbricante Di Canzoni”. Nel 2007, invece, ci fu un cambio di programma: prestare attenzione a quelli che sono gli emarginati sociali e i casi più importanti della cronaca dell’epoca per “tirare fuori” delle storie commoventi, ma che godessero della bellezza del cantautorato: nasce “Ti Regalerò Una Rosa” (vincitrice dell’edizione 2001 di Sanremo) e, quindi, “Dall’Altra Parte Del Cancello”.
Al giorno d’oggi Simone ha avuto modo di ripresentarsi a Sanremo con un brano dedicato ai giornalisti assetati di notizie vere (come Marco Travaglio), affrontando, con sottile ironia, l’atteggiamento di un’ Italia che non sa più interessarsi dei reali problemi di cronaca tranne quando si tratta di gossip (Carla Bruni) quindi “Meno Male” che lei esiste. La canzone ha avuto modo di farsi sentire non soltanto per il fatto della premiere francese, ma anche per una determinata frase che ha lasciato di stucco: “I terremotati ancora in vacanza”. Chi non ha ascoltato o capito il senso della canzone potrebbe tranquillamente fraintendere quella che, invece, è stata una frase del Presidente che rispecchia, quindi, non Crsticchi, ma l’Italia che segue la logica del gossip.
La cosa che, invece, a livello musicale balza all’occhio è che Simone ha subito un ulteriore cambiamento di stile che viene portato in evidenza dall’insegna di un grande cartellone presente in copertina: “Grand Hotel Cristicchi”, il suo terzo lavoro d’inediti. Un titolo che racchiude varie stanze, varie storie 8ognuna dedicata a qualcuno), vari stili musicali che principalmente sforano nel punk, perciò le origini del cantautore romano.
L’album si apre con una piccola “Overgnure” orchestrale scritta dallo stesso Simone che sembra aprire le porte di un mondo che si alterna tra alti e bassi; ci viene presentato, infatti, “Il Pesce Amareggiato” in cui la chitarra elettrica sembra trattenersi per poi sfogarsi con “Meno Male”. Ma, in questo caso, se il mondo vuole il contrario di ciò che gli viene proposto come sarebbe vivere “La Vita All’Incontrario”? Da un aforisma di Woody Allen un brano difficile da cantare a causa della metrica che mette in evidenza non solo “Il Curioso Caso Di Benjamin Button”, ma anche il dilemma della vecchiaia che sfocia nella delicatezza di un valzer, in questo caso “L’Ultimo Valzer”, che trattta dell’incontro tra due anziani che si riscoprono giovani e innamorarsi fino a fare la lista di nozze in una farmacia. Quest’ultimo è un brano che è stato presentato dallo stesso Cristicchi anche in versione acustica, la quale da un’intensità maggiore la stessa della sezione a fiati della versione originale.
Improvvisamente, ecco che si riparte dal basso con “Tombino”, un brano punk che cambia continuamente decretando la bravura di Cristicchi non solo nel prestarsi a vari stili musicali, ma anche nel saper trattare di argomenti molto delicati quali il G8 (“Genova Brucia”; un brano che possiede un linguaggio molto sintetico e schietto) o la morte di Luca Flores (“Quattro Minuti e 28 Secondi”), jazzista suicida a causa di alcuni disturbi mentali. Ovviamente non mancano i suoi momenti di totale ironia che lo hanno reso famoso: è il caso di “Meteore” (brano dedicato a tutte le vittime inconsapevoli e non dei talent show e del panorama della musica indipendente) e di “Volemo Le Bambole” con il Coro Dei Minatori Di Santa Fiora (brano tradizionalmente popolare).
La cosa che risulta maggiormente più strana, però, è una sola: finalmente, in questo album meraviglioso, Cristicchi si lascia andare parlando anche di se attraverso dei brani che raccontano della sua famiglia (“Insegnami” e “Come La Neve”) fino ad arrivare a dei momenti rivelatori di rapporti con amici come nel caso delle Ghost Track dedicate all’amico Stefano “Bruno” Iacovitti (ringraziato anche nel retro del libretto del cd) e al suo modo di saper trovare sempre strade alternative sia nel senso stradale che non; oppure quella in collaborazione con Frankie Hi-Nrg Mc: Radio Flavia in cui Simone scherza sul suo dover lasciare la parte del cantautore.
Cristicchi porterà in tour il suo disco insieme a quello che era un suo sogno: recitare a teatro un monologo, in questo caso, si tratta di “Li Romani In Russia” (dal libro di Elia Marcelli) dei quali non si sanno molte storie in proposito, ma sicuramente si sa come sono andate le cose. Uno spettacolo che serve, come detto dallo stesso Cristicchi, per non dimenticare.
Un album ricco e meraviglioso che mostra l’evoluzione di un artista che ha reso moderna la concezione del cantautore.