Samuele Bersani – Manifesto Abusivo. Recensione
Un tempo c’erano i cantautori, poi il termine non piaceva più e sono spariti. Pensavamo che almeno il loro lascito, la canzone d’autore potesse vivere, e forse vive sì, in qualche posto sperduto.
Un tempo c’erano pure gli intellettuali; spariti anch’essi. E vi ricordate i giornalisti?
Sono rimasti gli artisti che anche nolenti si vedono costretti a occupare quei posti che prima erano di altri, obbligati a rispondere ad aspettative che non dovrebbero imbrigliarli.
Purtroppo è per questo che quando leggiamo parole sorprendenti, quando vediamo una prospettiva appena diversa, un colpo di tacco, ci esaltiamo e ci sembra che quella piccola esperienza possa essere l’inizio di una riscossa culturale, collettiva e privata.
Se qualcuno passa alla radio la nuova canzone di Samuele Bersani “Ferragosto” (anche se nuova non è perchè scritta insieme a Sergio Cammariere e incisa da lui nel 2004), drizzi le orecchie perché le parole oltre ad evocare belle immagini sono concatenate in modo assolutamente personale, e quando tocca al secondo singolo “Un periodo pieno di sorprese” senti una linea melodica a cui non sei abituato, difficile solo quel tanto da piacere.
Allora compri il nuovo CD “Manifesto abusivo” con quel titolo che qualcosa promette e scopri che esistono ancora canzoni che ti donano prospettive diverse, colpi di tacco, parole sorprendenti. Ti ritrovi nella preadolescenza di “Lato proibito”, riconosci il grottesco di “Pesce d’aprile” e si fa strada un senso di comunione con l’artista che si rinnova ad ogni ascolto.
Così vorresti che Samuele Bersani non fosse solo Samuele Bersani, ma fosse il campione di vendite Samuele Bersani, l’intellettuale Samuele Bersani, il promotore di una nuova scena musicale, vorresti Samuele Bersani sindaco della tua città, amico intimo e socio. Ma il povero Bersani non può riempire l’Enorme Vuoto (e men che meno lo farà l’altro Bersani, non illudetevi).
Questo lavoro è una grande prova, perché oltre alle singole canzoni tutte molto belle, ascoltandolo instilla una sensazione semiconsapevole di comprensione. Più di mille telegiornali, reportage, libri-inchiesta, arricchisce la nostra visione interiore della società. E’ come se stampasse una fotografia emotiva del momento collettivo che stiamo vivendo e ce la facesse provare, o meglio …sentire. Non posso essere più chiaro di così: come dev’essere in musica, tutto viene compreso perfettamente ma in maniera inspiegabile.
Nonostante questo CD benemerito rimane un artista Samuele, non può fare tutto il lavoro, lasciamogli comporre ancora canzoni, lui fa già il suo, noi dovremmo iniziare a fare il nostro.
Come cantava Edoardo Bennato? “…non mettetemi alle strette sonos, sonos sono solo canzonette…”