Samuele Bersani – Gli Album Originali. Recensione

Cd cover

Ho un cattivo rapporto con i cofanetti, mi sono sempre sembrati da ingordi, o peggio, Dio ce ne scampi, da collezionisti; eppure sono rimasto piacevolmente sorpreso quando sull’espositore di un negozio di dischi ho visto un cofanetto con i primi sei CD di Samuele Bersani sotto i 25 euro, che poi è tutta la sua produzione fino al 2006 con l’esclusione quindi solo dell’ultimo “Manifesto Abusivo”.

Grossa delusione invero quando il cofanetto l’ho aperto dato che i sei compact sono infilati in altrettante buste di cartone che riportano copertina e retro dei CD originali.

Fine.

Non uno straccio di libretto, non si sa chi ha suonato cosa, se ci sono e chi sono gli ospiti e tutte quelle informazioni che rendono piacevole acquistare al negozio. Con la mosca al naso ho preso la versione acquistata nel 2003 di “Caramella Smog” per vedere se il suono fosse almeno quello originale. Beh quello originale non è: a parità di volume il CD del cofanetto suona decisamente più piano. Cosa è stato fatto non so, mi chiedo cosa effettivamente ho comprato, poi penso al prezzo e la mia parte paranoica si zittisce perchè nonostante la miserrima confezione, i soldi necessari per l’acquisto sono ben spesi. Ci si ritrova tra le mani un buon numero di belle canzoni alcune delle quali realmente memorabili.

Non staremo qui a fare la disamina di tutti e sei gli album ma un paio di considerazioni sulla carriera di questo artista si possono fare.

Nella sua evoluzione Samuele Bersani ha finito per potersi permettere alcune cose: Fare le copertine dei CD anche senza la sua bella faccia (non una cosa di poco conto discograficamente parlando) e uscire con dei lavori che mancano di vere e proprie hit.

Se non ci fossero state “Chicco e Spillo”, “Freak”, “Spaccacuore” e poi “Giudizi Universali”, “Coccodrilli” probabilmente staremmo a parlare di un artista sconosciuto ai più. Eppure a un certo punto sembra che la capacità di sfornare “successi” non venga più coltivata.

Dal quarto album cioè da “L’Oroscopo speciale” in poi mancano canzoni dal consenso così plebiscitario e sebbene all’uscita del successivo “Caramella smog” ci sia un’alta rotazione radiofonica di “Cattiva”, non è più la stessa cosa. Il tema della canzone è disturbante e come se non bastasse preso da un’angolazione che ti fissa negli occhi da qualsiasi parte si stia guardando. Con il pubblico che alla musica chiede svago il rapporto è compromesso, gli altri seguono Samuele in un viaggio che deve ancora toccare i posti più belli.

Nel 2006 “L’Aldiquà” è un’ulteriore evoluzione del concetto di canzone di Bersani. Innanzitutto non esistono brani deboli. Anche le composizioni meno belle sono comunque al loro meglio, hanno raggiunto il loro ideale: ascoltandole ci si rende conto che non esistono parole, arrangiamenti, strumenti che possano far suonar meglio quelle canzoni.
Poi c’è “Occhiali rotti”. Siamo al cospetto di un brano strepitoso per il modo in cui Bersani osa affrontare il tema della morte di Enzo Baldoni sia per l’incedere ritmico che per l’interpretazione dei pensieri del giornalista imprigionato: con autorevolezza quasi messianica l’autore ci convince che non potevano essere stati altri che quelli.

Dell’ultimo lavoro di Bersani ci siamo già occupati su questa rivista on line, il livello è ancora altissimo con un lavoro di arrangiamenti ancora più ricco e personale.

Per la capacità di osservazione, per l’ironia, per il gusto, per la fantasia, e per molti altri talenti crediamo che Samuele debba ancora scrivere il suo capolavoro. Intanto abbiamo molto di che godere.
L’alto valore del contenuto rende la confezione ininfluente ma attenzione a questa serie di cofanetti minimali. Abbiamo visto che per gli artisti con una discografia vasta non sempre vengono scelti i titoli migliori.