Ritmico Non Ritmico – il contemporaneo come un mantra
La musica di Max Fuschetto
Ritmico Non Ritmico (NovAntiqua Records) è un bel disco. Uno dei più interessanti di questo 2022 che sta per chiudersi.
Non nascondo di averlo ascoltato più e più volte prima di decidermi a scriverne una recensione. Il lavoro è sfuggente, provocatorio rispetto alle classificazioni a cui tende il mercato; una trama sottile però emerge ad ogni ascolto successivo la quale, a dispetto di una apparente diversità, dà unità all’intero lavoro: è la trama dello stile, del pensiero che unisce le diverse parti dell’insieme.
Max Fuschetto ci ha abituato nei lavori precedenti ai cambi di registro, ai passaggi dal semplice al complesso, ad una poetica della diversità che in parte ricorda alcuni suoi punti di riferimento sempre citati nelle interviste come il musicista ungherese Béla Bartòk o anche i Beatles della seconda fase, quella più caotica. Ma i riferimenti, quali che siano, si fermano qua perché ascoltando questo lavoro percepiamo qualcosa di nuovo.
Ritmico Non Ritmico recita il contemporaneo come un mantra sin dalle prime battute: in Number 1 tutto è sottratto, un anthem su due, tre accordi stirati nel tempo, che dispiega una struttura antifonale, col suo ribattuto lì a ricordare le antiche cantillazioni del canto cristiano immerse qui in un paesaggio sonoro in cui fiati e chitarra elettrica, affidata a Pasquale Capobianco, la cui eleganza affiora lì dove non la si aspetta, lasciano apparire i suoni con la lentezza di una fioritura. In Number 3 troviamo quella originalissima mistura tra scrittura e spontaneità popular così frequente nella musica di Max Fuschetto, i cui esiti sono sempre poco prevedibili.
Il passo della pulsazione scandita dai tre Number, affidati al tocco di Enzo Oliva, trova un primo mancamento in Vortex dove il suono e il silenzio, uno di fronte all’altro, danno forma al brano: una nuvola di timbri che va a dissolversi, prima di un incalzante accumulo di suoni e gesti musicali, nel grande attrattore di un vuoto improvviso, il Non Ritmico. Un brano che colpisce l’orecchio per la sua atomizzazione è Trame, è acqua pura: una non forma ben formata. A seconda di dove si pone l’orecchio essa consegna un’immagine, un colore, la prospettiva di un mondo consonante o l’angoscia di ombre che agitano l’inconscio mediate da dissonanze che sono calate sul tessuto armonico come filamenti di seta.
In questo disco il mondo antico, i modelli del passato emergono improvvisi.
Midsommar ora è un corale ora un recitativo che, con il bel suono del flicorno di Luca Aquino, assume la forma di una meditazione. Ma in entrambi, Midsommar e Midsommar Choral, nelle armonie e nel mood, trasluce il distillato contemporaneo di una poetica di un volutamente non definito, allusivo, diafano mondo barocco.
A Lucio B., altra citazione estetica, un omaggio al genio reatino, tra l’altro il brano esteticamente più distante da fulcro centrale del disco, pure recupera sogni allucinati questa volta di un appena passato ma nei risultati non meno indefinito.
Ritmico Non Ritmico finisce troppo presto, poco più di trentacinque minuti ma che sono sufficienti a delinearne un tratto importante e cioè la capacità di piegare stili differenti, universi musicali distanti ad una poetica coerente la cui cifra è certamente una libertà espressiva che sembra tenere poco conto il volersi collocare in un ambito piuttosto che un altro pur nel risultato di un disco godibilissimo, diretto, la cui stratificazione lo rende nuovo ad ogni ascolto.
Enzo Oliva: Piano
Pasquale Capobianco: Electric Guitar
Eleonora Amato: Violin
Silvano Fusco: Cello
Luca Martingano: French Horn
Giulio Costanzo: Marimba
Antonella Pelilli: Vox in Iride A Paul Klee
Max Fuschetto: Oboe, Soprano Sax & Electronics
Special Guest Luca Aquino in Midsommar #7 and A Lucio B. #9
Cover Design Katarina Markovic Vukasin
Video Shot Cristana Lucia Grilli e Francesco Toscani (Creative Motion )
I link ai video girati da Cristiana Lucia Grilli con Francesco Toscano