Rita Zingariello – Il canto dell’ape. Intervista
Un nuovo disco per la cantautrice pugliese Rita Zingariello. Noi lo intercettiamo a qualche mese dall’uscita e ci accorgiamo di come la scrittura di questo nuovo lavoro accompagni quasi ogni stagione si trovi. C’è dentro la freschezza della primavera, la semplicità di un tramonto d’estate, il freddo al riparo di un caminetto e il giallo delle foglie d’autunno. Ci troviamo dentro arrangiamenti che provengono dall’Argentina ma anche da un Portogallo dai balconi colorati. E poi ci piace quel modo di cantare che un po’ seduce e un po’ sbeffeggia la serietà di chi invece si crede arrivato chissà dove. Sa comunicare molta umiltà in queste canzoni personali, canzoni di casa e di simmetrie, canzoni di amori e di ansie, canzoni fatte di piccole cose. Insomma una prova d’autore che certamente non rivoluziona e non porta innovazione ma che è davvero ricca di bellezza semplice, acqua e sapone. Bellezza.
Canzone d’autore in rosa. Secondo te perché ci sono poche donne cantautrici rispetto invece a quanti uomini si approcciano a questa espressione?
Non credo ce ne siano poche, anzi. È vero però che sono decisamente poche quelle che emergono rispetto agli uomini. Il perché risiede probabilmente in una società che si chiede ancora quali differenze ci siano tra uomo e donna 🙂
Rita Zingariello in questo disco sfoggia grande personalità, grandissimo gusto e una visione del mondo assai raffinata.
Quanto riesci a celebrare tutto questo nella vita di tutti i giorni?
In scena penso sia più facile che durante un giorno qualunque…
Mi è difficile giudicare quanto raffinata sia nella vita di tutti i giorni… sicuramente il palco favorisce ad amplificare alcune caratteristiche che ti sono proprie. Nella vita di tutti giorni è più facile che sia meno attenta ai dettagli però mi piace studiare le cose e non lasciarle al caso, sono una che cerca prima di scegliere.
C’è tanto mondo in questo disco. Qual è la parte di mondo a cui sei più legata?
Ho viaggiato tantissimo in Italia, molto poco all’estero… l’aereo mi fa paura; sono riuscita a prenderlo solo quattro volte nella mia vita. In compenso ascolto tanta musica diversa. Amo il fado, l’indie-pop britannico, la musica gipsy e quella classica al tempo stesso.
Probabilmente questo mi ha condotta verso un disco che non si riesce a definire in un unico mondo.
Francese… hai mai provato a scrivere in francese? Ci hai mai pensato? O in altra lingua che non sia l’italiano?
Tante volte mi hanno chiesto di tradurre le mie canzoni in francese ed inizio a dirmi che presto lo farò. Di sicuro devo farmi aiutare perché la mia conoscenza della lingua si limita agli studi scolastici.
Ricordo ancora la mia austera professoressa di francese, capelli rossi e dita sottilissime 🙂
Per chiudere: che cosa significa per te “Il canto dell’Ape”?
Quando ho scritto le dodici canzoni dell’album ho cercato di raccontarmi attraverso un suono (mi piaceva immaginare il suono del canto dell’ape regina) che desse voce alla mia coscienza. Poi, a disco finito, quello stesso canto è diventato uno dei motivi più grandi per affrontare la montagna più ripida della mia vita. Una fortuna ben più grande di quello che potessi sperare 🙂