Rita Marcotulli Jazz Italiano Live 2009 (The Woman Next Door)

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Nel 1998 Rita Marcotulli incise “The Woman Next Door”, disco e progetto impegnativo, che, come si usa dire in questi casi, raccolse grandi favori di critica e pubblico. Alla registrazione del disco, ma anche al più ampio progetto live che ad esso fu associato, presero parte artisti del calibro di Enrico Rava, Javier Girotto, Stefano di Battista, Roberto Gatto. Per le varie vicissitudini che colpiscono spesso il mondo delle edizioni musicali (e non solo) la casa discografica che pubblicò l’opera fallì, rendendo di lì a poco difficilissima la reperibilità del disco, che uscì presto di catalogo, e la ristampa dello stesso, visto che nella tomba si porto i diritti di registrazione ed i master di cui era, ahimè, proprietaria.

La Marcotulli approfitta quindi di questa collana di Repubblica e L’Espresso per registrare nuovamente l’intero disco, avvalendosì della collaborazione di alcuni dei musicisti che suonarono in quel disco, e di alcuni nuovi.

Non ho mai avuto l’occasione di ascolare la vecchia versione di The Woman Next Door, e non potrò quindi fare dei paragoni con quella, e devo anche specificare che il titolo, per ragioni che non conosco ma che posso intuire essere di natura squisitamente legale, non compare esplicitamente in questo disco, se non nelle note di copertina.

Due parole sul progetto in sè. Nasce come omaggio al cinema di Truffaut, cercando “di trovare un nesso tra immagini, parole e musica”. E nel disco, amalgamati con la musica stessa, troviamo stralci di dialoghi, o recitati, tratti da film.

Il disco è uno degli ascolti migliori del 2009, forse il migliore, per quanto riguarda il sottoscritto, in assoluto. L’analisi deve forzatamente iniziare dalla qualità del suono, che è pieno, ricco di dinamica, profondo e dettagliato. Le Cinema est le Cinema, inizia davvero emozionando l’ascoltatore, anche il più smaliziato con un “palco” impressionante. Vero è che il disco è stato registrato dal vivo, senza sovraincisioni, come tutte le uscite della collana, ma è anche vero che l’assenza di pubblico rende l’esecuzione da un lato più intima, riflessiva, estremamente emozionante e pulita.

Si potrebbe fare un excursus su tutti i brani dell’album, ma l’impronta compositiva, più che improvvisativa, dei pezzi, imporrebbe di analizzarli secondo dopo secondo. Intendiamoci, di jazz si tratta, e quindi il lato improvvisativo è sempre presente, ma questo è imbrigliato, meglio, incanalato da composizioni rigorose, all’interno di spazi definiti. Questo si intuisce e si assapora sin dal primo pezzo.

L’atmosfera in cui è immerso tutto il lavoro è sospesa, sognante, fortemente emozionante, ed i musicisti a disposizione della Marcotulli regalano realmente momenti indimenticabili. A tal proposito è fenomenale il lavoro di Fabrizio Bosso, che in Les 400 Coups dialoga con il soprano di Girotto, giocando entrambi con improvvisazioni fuori scala, note alte, dinamiche da pelle d’oca. La tecnica mostrata in questo frangente, il rispetto reciproco nell’interplay, è davvero travolgente.

Hoping è il terzo grano in cui Raiz (ex degli Almamegretta, da tempo regalatosi al jazz) impreziosisce le inquadrature della regista Marcotulli con gusto e passione.

Altri ospiti che impreziosiscono l’opera sono Noa, in Que reste-til de nos amours, le voci  recitanti di Rocco Papaleo in Masse di Memoria e Fragments (of the third kind), e di Aldo Romano in Les enfants s’ennuient le dimanche.

Questo è un disco che tiene l’ascoltatore in tensione dalla prima all’ultima nota, che va ascoltato tutto d’un fiato, e che emoziona per la qualità rara della registrazione, dei musicisti, tutti ai massimi livelli ed a proprio agio, delle composizioni così mediterranee, così ascoltabili, cantabili seppure mai ovvie. E questa mia ultima affermazione passa anche dalla considerazione che, per l’innesto di recitati, estratti da film, addirittura la “preparazione” del pianoforte con delle sfere di metallo, il disco ha realmente una sua vocazione di ricerca, e quindi assolutamente lontano da intenti gigioneschi di ricerca del consenso.

Un disco impredibile per gli amanti del jazz, ma anche per i neofiti delgenere.


Per questo CD hanno suonato:
RITA MARCOTULLI pianoforte e tastiere
JAVER GIROTTO sax soprano e baritono, flauti
LUCIANO BIONDINI fisarmonica
AURORA BARBATELLI arpa celtica
MICHEL BENITA contrabbasso
ALFREDO GOLINO batteria
GIANNI IACOBACCI , CLARA GRAZIANO, ROBERTA BARTOLETTI organetto 

TRACKLIST:

1. LE CINEMA EST LE CINEMA 
2. LES 400 COUPS
3. HOPING
4. SONGS OF EXPERIENCE
5. ESCAPE
6. MUSIQUE EN JEU
7. LES ENFANTS S’ENNUIENT LE DIMANCHE
8. MASSE DI MEMORIA
9. IL RICHIAMO
10. ANTOINE DOINEL
11. QUE RESTE-T-IL
12. FRAGMENT (of the third kind)