Riccardo Gileno “The Course EP”, recensione
Sono le 6.40 del mattino, orario perfetto per iniziare il nuovo ascolto promosso dalla Lunatik.
Lui si chiama Riccardo Gileno, giovane cantautore triestino uscito momentaneamente dalle sonorità funk dei Groove O’Matic, pronto a dare concretezza al suo debut solista dopo un inquieto girovagare. The Curse EP rappresenta, infatti, un reale punto di arrivo ( o di partenza) in grado di restituire agli astanti un extended played elegante e ben congeniato. Il disco, pur presentato da una poco riuscita cover art in cui l’idea grafica sembra non riuscire nell’intento di narrare iconograficamente le sensazioni raccontate dal songwriting, nasce e si concretizza dalla certezza che “anche le cose belle, se portate all’estremo, possono trasformarsi in maledizioni”.
L’opera, avvolta da un’aurea indie, lo-fi, alternative (scegliete voi il termine che più vi appartiene) si presenta all’ascoltatore mediante le note delicate di una struttura emozionale, in grado di raccontarci del talento nascente del compositore friulano. Un’arte posta tra l’easy e l’alternative, in cui (a tratti) ritroviamo le sonorità delicate di Sufjan Steven, qui rivisitate attraverso intuizioni più armonizzate verso elementi popular, ma assolutamente lievi e piacevoli sin dai primi ascolti.
L’ apertura espressiva (Theory) va poi a dilatarsi verso un easy listenig più marcato con How?, in cui, ancora una volta la voce e la chitarra (r)esistono come reali ed uniche protagoniste di un progetto da seguire con interesse.
Le dita giocano delicate con le corde dando espressività alle toniche attraverso un arpeggiato leggero che ci traina verso il mood di Days, di certo la migliore traccia del disco. Al sound acustico della chitarra si aggiungono delicate percussioni che vanno ad aprire un nuovo spettro sonoro al servizio di una vocalità che a tratti ricorda l’Elton John di The one, qui rivisto attraverso un timbro in grado di regalare graffi e colori dai nuovi orizzonti. Un suono anglofono che si apre su divergenti direttive pur mantenendo un DNA fedele a se stesso. La traccia, scelta anche come singolo dall’autore, funge poi da bridge per la chiusura dettata da Friend/enermy che si rifà al movimento acustico di questi ultimi anni, porgendo il proprio occhio alla facilità espressiva, senza rinunciare alla ben definita finezza.
Insomma un disco da ascoltare con attenzione (nel momento giusto e nella giusta situazione).
Tracklist
1. Theory
2. How?
3. Days
4. Friend/Enemy