Razza partigiana
Tra spettacolo teatrale e concerto puro: lo stile è quello dei Massimo Volume, di cui Egle Sommacal è l’anima musicale. “Razza Partigiana” è uno show di suoni molto raffinati e parole declamate con grande forza attoriale da Wu Ming 2, uno degli scrittori del famoso collettivo bolognese autore di romanzi di grande successo come “Q”, “54” e “Manituana”.
Alle chitarre oltre il talento elegante e soffuso di Egle Sommacal anche l’apporto sopra e sotto le righe di Stefano Pilia, musicista puro e polistrumentista che utilizza una serie di oggetti –dall’archetto del violoncello a un mini ventilatore verde made in China – per esprimere emozioni dalle corde dalle sue chitarre. Alla sessione ritmica Paul Pieretto al basso e Federico Oppi alla batteria, insieme nei bolognesi Settlefish, sperimentano suoni e percussioni non canonici, tra cui una scatola di attrezzi che sbattuta e strisciata per terra fornisce un senso efficace di angoscia da persecuzione nazista.
Questo spettacolo – recentemente proposto al Copyleft Festival di Arezzo – si può ascoltare e vedere sul sito di Arcoiris. Intanto, abbiamo intervistato Wu Ming 2:
MoT: Un progetto di reading scenico davvero imponente: da dove è nata questa idea?
In origine c’è “The Elements”, una trasmissione su Radio Città del Capo, storica emittente bolognese. Furono Paul Pieretto e Agostino Di Tommaso – duo elettronico col nome di ElSo – a propormi di leggere dei testi a tema sui loro tappeti musicali. Mentre ci dedicavamo a questo progetto, uscì Guerra agli Umani, il mio romanzo solista, e ci venne in mente di mettere in scena un reading con letture dal romanzo e musiche by ElSo. Già allora ci piaceva pensare ai singoli brani come “canzoni parlate”, e non testi con accompagnamento musicale. Lo spettacolo cominciò a girare, il pubblico apprezzava, decidemmo di arricchire il palco con qualche strumento in più, e così arrivarono il venerando Egle Sommacal e Stefano Pilia alle chitarre, Alessandro Tumscitz alla tromba e Paul si inventò suonatore di basso, contrabbasso e tastiere.
Il passo successivo fu quello di pensare a uno spettacolo che “stesse in piedi da solo”, senza doversi appoggiare a un romanzo. Una specie di “concept album” dove le canzoni parlate raccontano, una dopo l’altra, pezzo per pezzo, una storia completa, autonoma.
Da quell’idea nacque “Pontiac – storia di una rivolta”, che racconta una vicenda “laterale” rispetto a Manituana, un prequel che si può apprezzare anche senza aver letto il libro. Dopo una ventina di date in diverse città, Pontiac è diventato anche un audiolibro digitale: con i testi, le immagini disegnate da Giuseppe Camuncoli e Stefano Landini, e il reading concerto registrato in studio. Si può scaricare, gratis o a pagamento, dal sito www.pontiac.manituana.com
“Razza Partigiana” è un ulteriore passo in quella direzione: canzoni parlate, storia completa, progetto “transmediale” e “multicentrico”, perché il libro con la storia di Giorgio Marincola non l’abbiamo scritto noi, bensì Lorenzo Teodonio e Carlo Costa, mentre Aureliano Amadei ha girato un documentario intervista – Quale Razza – con la sorella di Giorgio, Isabella Marincola.
MoT: Immaginando che la scelta dei brani sia da ascrivere a te, Giovanni, dal punto di vista solo musicale come è stata la composizione dei brani?
Solo quattro testi sono stati “scelti”, gli altri sono tutti originali, scritti apposta per lo spettacolo. Le musiche sono nate dapprima in parallelo, sulla base di indicazioni “emotive” che avevo suggerito ai musicisti, mentre ancora scrivevo e sceglievo i testi. Ognuno di loro ha pensato tre o quattro temi e li ha sviluppati poi insieme agli altri. Ma il grosso del lavoro lo abbiamo fatto insieme, in sala prove, “montando” testi e musiche e modificando di conseguenza gli uni e le altre in modo radicale.
MoT: Sia il video che l’audio di questo concerto sono liberamente scaricabili da Arcoiris, partner web del Copyleft Festival. Ci sono scelte precise rispetto al rendere gratuitamente disponibile questo lavoro?
Sì, vogliamo che la storia di Giorgio Marincola circoli il più possibile e che molta gente possa ascoltare questo nostro racconto. Naturalmente, pensiamo che sia anche giusto ricavare qualcosa da questo lavoro, che ci è costato fatica, passione, impegno. I concerti dal vivo servono (anche) a questo.
Monica Mazzitelli per Music on TNT