Random Axe – cd omonimo recensione.
Detroit è senza dubbio la città che ha dato all’Hip-Hop un pesante contributo dall’inizio del nuovo millennio ad oggi. Normale fare riferimento ad Eminem ed al suo successo planetario ma quella è stata solo la punta più visibile di un iceberg particolarmente profondo. A raccogliere l’eredità di artisti veterani della zona nati e cresciuti ben prima (su tutti è da citare MC Breed, rappresentante di Lansing, sobborgo della Motor City) nomi importanti come gli Slum Village del compianto Jay Dee, Elzhi, Royce Da 5’9’’, Phat Kat o i D-12. E l’ondata non si ferma, visto che tra i produttori migliori della nuova generazione si è segnalato Black Milk, la cui forza sta nella versatilità dello stile, un perfetto mix di sound crudo in perfetto odore newyorkese e di qualche flash moderno e sofisticato più consono alla tradizione locale. Dopo un paio di interessanti progetti solisti, Black Milk ci allieta ora con un progetto che vede allineati insieme a lui un altro rapper concittadino, Guilty Simpson, messosi in luce sotto l’ala protettiva di DJ Spinna e colui che a New York è tra i re dell’underground da qualche anno a questa parte, il grande Sean Price. Loro sono i Random Axe.
Detto così, l’ensemble potrebbe sembrare poco consono: un produttore che rappa in un modo abbastanza tranquillo (Black Milk), un mc della nuova generazione con flow molto detroitiano (Guilty) ed il newyorkese fino al modello, cupo e tecnico (Sean Price). A quanto pare però la combinazione è stata collaudata e non risulta essere per nulla azzardata, quasi da far sembrare il trio un gruppo vero e proprio. Il loro album omonimo è un condensato di suoni e rime che non chiedono permesso a nessuno: picchiano semplicemente forte. La produzione di Black Milk è perfetta, concentrata su batteria decisa e campionamenti grezzi intervallati da parti musicali ricercate ed ipnotiche. Una conferma per le sue capacità in studio. Ma le parti vocali non sono assolutamente da meno. Sean Price si conferma uno dei migliori rappers di questi tempi mentre Guilty Simpson mette in mostra un’energia che forse questo tipo di produzioni, più classiche rispetto alle sperimentazioni di Spinna, fa venire fuori in modo più diretto. Ed il flow più rilassato e nitido di Black Milk funge da collante al tutto.
Basti ascoltare “Random Call” per carpire l’equilibrio tra la luminosità ed il buio, in un pezzo che potrebbe essere apprezzato dal più veterano degli hip-hoppers ai fans di Kanye West. E se pezzi come “Black Ops” o la travolgente “Chewbacca” (con la preziosa partecipazione di Roc Marciano) spostano l’asticella verso l’asfalto, arriva la magistrale “Understand This” nella quale Sean Price dà una lezione di rime ispirando anche un grande Guilty su un beat cucinato ad hoc da Black Milk, un ritorno all’old school più minimale tipo Mantronix in salsa molto personalizzata. “Everybody Nobody Somebody” è strutturata in modo che ogni rapper porti come soggetto del loro versi uno dei tre elementi del titolo, catturando quindi l’attenzione dell’ascoltatore con un testo piuttosto interessante. L’occasione per approfondire i talenti dei due rappers principali del progetto si ha con i brevi brani solisti “The Karate Kid” con uno Sean Price sontuoso, e “Never Back Down” con Guilty sugli scudi su una produzione eccezionale e souleggiante di Milk. Da sottolineare anche la grande qualità di “Monster Babies”, altra dimostrazione di rime street e crude su un beat che sa combinare batteria pesante a samples di puro groove. Materiale per affamati di vero Hip-Hop è la posse-cut dal beat che rapisce “Another One” con la partecipazione di di Trick Trick e Rock, tre minuti abbondanti di adrenalina hardcore.
Lungo le 15 tracce dell’album, incluse intro ed outro, i punti deboli sono praticamente inesistenti ed i momenti esaltanti sono invece numerosi. La parte musicale è incredibilmente curata, anche nei dettagli ma senza esagerazioni inutili, con la rara sapienza di far rimanere il tutto molto crudo e fedele al souno della strada senza rinunciare ad uno stile piuttosto personale. Le rime d’altro canto sono trascinate dal ritmo e nonostante sia Sean Price a fare la voce grossa dimostrando ancora una volta di essere di livello superiore, c’è da apprezzare il flow di Guilty Simpson e i continui miglioramenti di Black Milk, uno dei migliori “producers on the mike” senza ombra di dubbio. “Random Axe” è un album di qualità elevata e si assesta tranquillamente tra i migliori dischi Hip-Hop del 2011. Nella speranza che questo non sia l’unico progetto di questo trio tutt’altro che improvvisato.