Project-To “The white side, the balck side”, recensione
The white side, the black side,12 tracce ipnotiche e obnubilanti, nate dal collettivo elettronico Project-To, ensemble torinese in grado di dare colore e visività alle note. L’album, registrato agli Interactive Sound Studio del capoluogo piemontese, giunge a proporre un progetto artistico originale e ricercato, strutturato attorno alla dicotomia white-black, pronta a definire una cucitura salda tra realtà sensoriali ambient/dark, elettronica e chimica breaks. L’ottimo digipack, prodotto da Macchiavelli Music Publishing, appare specchio della cura estetica voluta dai Project –to, perfetti non solo nel restituire i giusti cromatismi degli inlay, ma anche nel proporre un booklet visivo, in cui le tracce vengono narrate da fotogrammi espressivi, visionari e ricercati, che sembrano richiamare gli albori della cinematografia buňueliana.
I nomi di Riccardo Mazza, Laura Pol e Carlo Biagini, anime di questo curioso proposito, riportano alla mente sinapsi danzanti e paranoiche quanto la riuscitissima traccia d’overture (I-Hope) grazie alla quale gli astanti avranno modo di viaggiare tra sampler freddi e destabilizzanti non-luoghi in cui Carpenter troverebbe certo ispirazione. Infatti, proprio dai colori rigidi ed inerti della composizione iniziale si parte alla volta di distese aride macchiate di nero ( Black I-Hope), che accompagnano l’ascolto di un disco da vivere nella sua interezza, proprio come se fosse un romanzo in cui perdersi. Le attrattive sintetiche, pronte a donare uno sguardo orrorifico sul mondo (ri)creato da sintetizzatori e vertici espressivi, volgono il proprio ego verso metodiche dub ( Black Sign of the earth) e inquietudini tribal (Rebirth), pronte a maturare verso anime osservative (Ya-ho) con le quali giocare ad occhi serrati.
Proprio le note reiterate del collettivo fungono da spirale emozionale, al servizio di un pseudo-fantascientifico mondo filmico, che ben si affianca alla ricerca distopica di una realtà non troppo lontana.
Tra i movimenti più interessanti di questo The White Side, The Black Side sembrano emergere i passaggi disturbanti di Black Ya-ho e la sublime Black Roger, centro nevralgico di prassi industrial e grane rap-noise. Insomma, un incredibile fucina di espressività, in cui immagini ipnagogiche finiscono per danzare rincorrendosi verso volute avvolgenti e lisergiche.
The White Side
I Hope
Sign of the Earth
Look Further
Rebirth
Ya-Ho
Roger
The Black Side
Black I Hope
Black Sign of the Earth
Black Look Further
Black Rebirth
Black Ya-Ho
Black Roger