Precognitive Holocausto Annotations “Annunciation of extermination”, recensione
In un mondo perduto, fagocitato da una cura tecnocratica, l’uomo finisce per rappresentare un inutile ingranaggio, reso inerme di fronte al potere nero e distruttivo di una realtà superiore.
Partono proprio da qui i primi passi dei Precognitive Holocausto Annotations, band italo-teutonica pronta ad affacciarsi sul vorace ed oceanico mondo del brutal death metal. Ricchi delle esperienze pregresse con i Vomit the soul, Indecent Excision e Defeated Sanity, la band giunge a promuovere questo Annunciation of extermination grazie alla Permeated Records, di certo tra le più interessanti etichetta metal del nostro paese. Proprio dalle gorgoritiche colline dell’extreme label il nostro sguardo si posa sui sentori brutal dell’energico quartetto, dedito a venature technical ed intuizioni slamming, celate dietro l’ottimo logo studiato e disegnato da Jon Zig.
La band, nonostante le tempistiche limitate, si offre agli amanti del brutal attraverso un accorta e riuscita trasposizione concettuale di Ubik, indiscusso capolavoro di Philip Dick. Proprio la classica entropia dissolutiva della trama narrativa, appare motivo centrale del disco, in cui si ritrova una riuscita metafora dell’arte scrittoria, qui definita tra i passaggi costruttivi, curati in maniera attentiva ed estetica. A dare battesimo alla nebulosa e per certi versi allucinatoria non-realtà è il curioso incipit cripto-futuristico di Andrea Anghileri, in cui le spezie inattese fungono da impronte sonore all’inclusione caotica di Walking hallucination , fulgido e promettente inizio al servizio di idee chiare e sintetiche, sviluppate mediante brani brevi e fluenti, che raccolgono i tagli distorti della sei corde di Hannes Gamper. Le intuizioni gutturali di Kostantin Luhring paiono poi fondersi alla perfezione con le direttive imposte dal battente drumming di Cellular preconnection, in cui l’aurea tecnocratica si unisce agli sviluppi intercalati tra fanta-horror e distopia tecnologica, centro espressivo di un habitat popolato da inquietudine e perdizione.
Il ciclo va poi a chiudersi con il robotico accesso a Calculating magnitudo, in cui robot spietati affrontano l’arrivismo e sconsideratezza umana, attraverso l’idea utopica di sostituirsi ad un Dio demiurgo, che qui scompare nel sangue di esperimenti raccontati da un growling profondo ed avvolgente.
Tracklist
1. Waking Hallucination
2. Cellular Preconnection
3. Calculating Magnitudo