PJ Harvey – A woman a man walked by
Risale ad un anno e mezzo fa l’ultimo lavoro di P J Harvey, il controverso e dibattuto album White Chalk, che ospitava John Parish nelle vesti di musicista e coproduttore. A Woman A Man Walked By vede invece entrambi impegnati in un processo creativo a quattro mani, che unisce le musiche di Parish ai testi della Harvey.
I due non sono nuovi a questo tipo di collaborazione artistica: già nel 1996 avevano realizzato un disco insieme, Dance Hall At Louse Point , dai toni allucinati e nevrotici. E fin dalle prime note di Black Hearted Love è chiaro che anche questa ultima loro fatica non è da meno: su una progressione carica di tensione emerge la voce della rocker inglese, tanto sensuale quanto spettrale. La chitarra enuncia una melodia tagliente come una lama ed accompagna con grida distorte le parole del fantasma di una donna tornata a riprendersi il suo amato, che dichiara le proprie intenzioni con una sempre maggiore intensità e con voce sempre più graffiante. Il tutto si spegne in toni cupi, angoscianti ma anche nostalgici che faranno da linea guida per tutto l’album.
Anche “Sixteen, Fifteen, Fourteen” e “Chair” parlano di amore, un amore ancora più doloroso. Su un ritmo serrato ed incalzante, poche note e pochi versi sono sufficienti per delineare uno scenario carico di terrore. La voce di PJ eccelle in espressività trasportandoci nel crescendo del panico di Erika che deve fare i conti con la scomparsa di Daniel durante una tragica partita a nascondino. La paura si trasforma nel dolore della madre che invoca il figlio scomparso.
Durante tutto l’album la versatile artista piega la propria vocalità in funzione del più intenso impatto emotivo, ora sussurrando, ora urlando, ora perfino simulando l’abbaiare di un cane, nel graduale scivolamento verso l’isteria di “Pig Will Not”. Il brano è chiuso da una divagazione strumentale che permette anche a Parish di mettere ulteriormente in luce le proprie doti.
I brani “Leaving California” e “Passionless, Pointless” sembrano invece saltare fuori direttamente da White Chalk ed assumono perfino maggiore impatto posizionati tra altri molto aggressivi, in una continua oscillazione tra rabbia e dolore esternati con violenza o vissuti in raccolta solitudine.
Il distacco e la morte, in tutte le loro molteplici forme, sono il filo conduttore di A Woman A Man Walked By, che si chiude con una riflessione che scivola sulla musica quasi come un flusso di coscienza domandando “How do we cope/(How we go to sleep)/With the days after our death?/ Empty days, nothing left/ (No hands, no one to wait for)/ Not even a funeral” e paragonando gli uomini a crepe sulle tele di dipinti.
Nel complesso l’album costituisce un’ennesima dimostrazione di valore dell’ormai consolidato sodalizio Harvey/Parish; sodalizio che si spera continui ancora per molto tempo.