Piero delle Monache – Thunupa, recensione.
Un caloroso saluti a tutti i lettori di Music on Tnt!
Il cd che voglio proporvi oggi è Thunupa, di Piero delle Monache un validissimo sassofonista nonché, come avrete capito dal nome, italianissimo.
Thunupa è un disco che io reputo diverso dal precedente Welcome. Per me Welcome era un cd dall’impostazione tradizionale, senza evidenti collegamenti tra i brani e con un’impostazione melodica che non obbliga a prestare attenzione per essere apprezzata e, perché no, riconosciuta.
Questo disco è diverso, e al primo ascolto ho pensato tra me e me “Piero cosa hai combinato?”, mi aspettavo di ascoltare un cd più simile al precedente, non completamente diverso. Intendiamoci, il fatto di essere differente da Welcome non significa che sto ascoltando un disco brutto, anzi, ma mi ha spiazzato e quindi perché non dirvelo?
Thunupa è un disco da ascoltare in modo organico, si deve seguire il filo del discorso musicale, ci si deve immergere per poterne apprezzare il valore. Ci sono brani come ad esempio Rue des saison che sono un continuo divenire. Se dovessi per forza catalogare il genere di questo cd mi verrebbe da dire jazz psichedelico per le atmosfere che evoca, per l’uso di strumenti elettrici e delle loro relative distorsioni.
Togli un brano da Thunupa e tutto l’architettura dell’album viene meno. E’ come un romanzo a cui sottrai i capitoli a caso, intuisci la storia ma non riesci ad apprezzarla.
Nel mio caso il colpo di scena è stato proprio l’uso di strumenti elettrici, tanto da pensare istintivamente alla svolta elettrica di Miles Davis. Controversa, amata e odiata svolta.
I brani di Thunupa sono “vivi”, si evolvono durante l’ascolto, crescono e maturano, magari perdono l’anima sognante, malinconica, melodica, diventando più grezzi, difficili, scontrosi come nel caso di Ascolta se piove. Proposta in due versioni diverse, entrambe riconoscibilissime ma innegabilmente diverse, un po’ come quando si vedono due foto della stessa persona scattate in periodi differenti.
Mi spiace sinceramente non poter testimoniare con l’ascolto di questi brani le mie impressioni, ma su youtube ho trovato poco.
Ci troviamo di fronte quindi a un capitolo di un percorso, quello di Piero delle Monache, in continua evoluzione, un cammino deciso, fresco, libero da stereotipi pieno di voglia di stupire e piacere.
Per apprezzarlo dobbiamo solo accettare di farci prendere per mano e lasciarci andare, facendoci cullare sulle incredibili note di RW2, altro punto focale dell’album a mio personalissimo parere.
Voglio segnalare infine il brano che da il titolo all’album, Thunupa, il più diverso, sperimentale e per me difficile dei pezzi proposti. E’ un saliscendi continuo come sulle montagne russe, le più ripide ti fanno paura ma una volta che le hai provate non puoi fare a meno di tornarci.
In definitiva se non l’avete intuito vi stra consiglio se non l’acquisto, di andare a sentire i concerti di Piero, perché è innegabilmente bravo, è innegabilmente un musicista che non cerca la via facile del disco dall’aria collaudata, ma sul sax ci suda, si mette in discussione e quindi, osa, cosa oggi come oggi non da tutti.
Un plauso personale ai tecnici del suono per come hanno realizzato questo album, in alcuni ambiti verrebbe da definire da audiophili. Bravi!