Pics Off Estetica della nuova onda punk.
A tutti è capitato di scegliere un disco solo per la sua copertina, senza conoscerne la musica, perché l’immagine di un disco dice sempre qualcosa, anche quando è totalmente bianca.
Nelle righe dell’editoria si cela dal 1997 la Nomos Edizioni, casa editrice Bustese che nel suo volere rimanere indipendente ha dato spazio ad eleganti volumi d’arte e lifestyle, in cui l’iconografia si presenta come fulcro primario di comunicazione.
Da qualche settimana alla voce Nomoi, una delle tante collane proposte da Nomos, è apparso Pics Off! L’estetica della nuova onda punk., fotografie e dischi di un periodo dorato, in cui il mondo della musica mutò irreversibilmente il suo sentiero.
Il libro, curato da Matteo Torcinovich, si presenta a cultori e semplici curiosi vestito di un’elegante copertina cartonata (21cmx 21cm), con la volontà di esplorare il potere iconico del vinile mediante un itinerario visionario, ma a tratti fuorviante e destabilizzante, ma incentrato con acume sulla forza espressiva dell’immagine.
Destabilizzante in quanto, proprio come l’argomento trattato, riesce a scuotere il lettore mediante rari shot fotografici, che rappresentano il backstage della realtà che noi conosciamo.
Fuorviante perché, volente o nolente, parlando del 1977 appare insolito o impossibile non passare tra il marciume dei Pistols.
Ma, nonostante tutto, ciò che appare sulla linea dell’assoluto è il potere visionario, (sur)reale e occulto di decine e decine di cover art che da decenni accompagnano il mondo della musica. La magia di scoprire gli scatti rubati all’essenza di Heroes di David Bowie o ai Tre Ragazzi immaginari dei Cure rappresenta uno sguardo innovativo e inedito sul conosciuto. Infatti, il potere di questo straordinario libro fotografico appare alimentato da un’analisi narrativa che dai Ramones giunge allo ska degli The Specials passando attraverso i Generation X, The Jam e Teenage Jesus and the Jerks, arrivando a valicare le rigide pareti dei generi, ponendo in prima linea un’assenza di dogmi e stereotipi, nel tentativo di complementare le note.
Un’ardita mescolanza di suoni, immagini e analisi in grado di aprire una porta temporale definita da una ben radicata subcultura, che ha mosso i propri passi tra nichilismo, revisionismo e ricerca dell’immagine, qui intesa come stile di vissuto e comunicazione metaforica in grado di andare oltre al Malcomiano Swindle.
Il libro, nelle sue abbondanti 200 pagine, si pone verso l’imprescindibilità filosofica del connubio punk-new wave, ponendo una chiave di lettura a tratti volutamente snaturata, invitandoci a vivere il culto espressivo mediante un circuito cronologico proveniente dall’archivio di 30 grandi fotografi dell’epoca, autori di una meravigliosa ed imperdibile testimonianza di ciò che (forse) avevamo solo immaginato.
Insomma un libro da sfogliare e studiare nei minimi dettagli.