Petramante – E’ per mangiarti meglio, recensione.
È un concentrato di passione e stili il nuovissimo album dei Pe-tramante intitolato È per mangiarti meglio, non troppo pop ma neanche rock, edito dall’etichetta romana MarteLabel all’esordio discografico in collaborazione con l’agenzia d’uffici stampa X-Beat e la casa di distribuzione Goodfellas, tra le indipendenti una delle più importanti in Italia.
Dopo aver suonato su diversi palchi italiani assieme ad artisti del calibri dei Subsonica e di Eugenio Bennato, e dopo i suc-cessi nei contest nazionali Heineken Jammin Festival e Primo Maggio Tutto l’anno come unica band umbra, ecco il loro album d’esordio: È per mangiarti meglio.
Dieci brani caratterizzati dalla voce di Francesca Dragoni, il cui timbro oscilla (volutamente o no) tra i colori aspri della più nota Dolores O’Riordan e quelli più asciutti e malinconici della nostrana Carmen Consoli, dai ritmi spesso sincopati della batteria di Alessandro e dagli interessanti riff della chitarra di Simone.
Ascoltando l’album tutto d’un fiato si è investiti da sonorità ti-piche sanremesi, si pensi al brano iniziale Atterro o a Vortici concentrici in cui tutto sembra messo a disposizione del testo e del ritornello ridondante, ma anche da quelle più radiofoniche stile american-pop di La prepotenza e Chissà chi.
Un po’ di sperimentazione si trova nei brani elettroacustici Im-plodo e Ferragosto, ma la sorpresa maggiore la si rintraccia nell’ultimo brano, La finestra, in cui sembra esserci un’influenza molto forte delle sonorità tipiche del chitarrista degli U2 The Edge, mi riferisco alle armonie di Magnificent o agli arpeggi reiterati di Sometimes you can make it on your own.
Nonostante tutto, si tratta di una delle novità più interessanti del duemiladieci.
I Petramante sono:
Francesca Dragoni, voce e chitarra acustica;
Simone Stopponi, chitarra elettrica e voce;
Maurizio Freddano, basso;
Alessandro Graziani, batteria.