Ojm

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La Go down records ha da pochi giorni presentato l’uscita dell’ultima fatica targata OJM, il cui vulcano sonoro è raccolto in un digipack essenziale. Un alternative booklet, ahimè, orfano delle liriche, richiama la metaforica immagine dell’art work curato da Davide Scapin, che traduce in immagini elaborate quell’energia intrinseca alla band, non ancora del tutto matura rispetto all’enorme quantità di potenziale.

Con “Volcano”, il quartetto trevigiano torna a ricalcare i varchi stoner del recente passato, attraverso sonorità dall’immediato e convincente impatto emotivo, sia grazie alle abilità connaturate dell’ensemble, sia grazie al sapiente intervento produttivo di Dave Chaching, talentuoso chitarrista di Qotsa e Eagle of Death metal.

L’album si apre con uno dei migliori pezzi dell’intero album, una traccia strumentale che attraverso il suo incipit definisce al meglio una base ritmica energica e marmorea, immediatamente coaudiuvata da un’efficace riff stoner che riporta alla mente il mondo dei Fu Manchu, con la sua anima granitica e semplificata. Senza troppi fronzoli e orpelli, il viaggio on the road trova il suo reale inizio in “Venus”, che riprende un solco tracciato ed intersecato dalla voce di David Martin, quasi sempre adeguata e mai al di sopra dei confini liminari. Ne è esempio evidente “Rainbow”, in cui filtri vocali si mescolano, privi di saccenza, a stimoli seventies, tra back voice e chorus, per un groove piacevole e persistente che si ripresenta in tracce come “2012” e “I’ll be long”. Tra le canzoni più convincenti ritroviamo “Escort” e “Ocean hearts”. La prima si sviluppa secondo linee di cantato altamente influenzate dal mondo heavy di Ozzy Osbourne e al contempo impreziosite da speziature Zakk Wylde, mentre “Ocean hearts” racchiude attorno a se un anima ballad, in cui ritroviamo sentori dei primi Motley Crue e elelemti doorsiani soprattutto all’interno di una seconda parte dominata da piano bass e organo.

Pertanto potrete convenire che questo quarto album degli OJM altro non è che figlio legittimo del loro passato, oggi più consapevole e maturo, ma non ancora all’apice della fioritura. Un disco che strizza l’occhio a Black Sabbath (prima generazione), Doors e Kyuss, donando alle partiture una sonorità vintage di buon effetto. Un disco compatto e convincente, che avrà di certo vita migliore all’estero rispetto ad un Italia musicale sempre più pigra e apatica.

TRACKLIST

Welcome (Volcano)
Venus God
Rainbow
Ocean Hearts
Wolf
I’ll be long
Cocksucker
Disorder
Escort
2012

Tour

5 SETTEMBRE 2010 Presentazione Volcano – New Age ClubRocande (TV)
01 OTTOBRE 2010 Wake UpPescara
07 OTTOBRE 2010 FuzzPesaro
08 OTTOBRE 2010 Retro PopCesenatico Cesena
09 OTTOBRE 2010 Jack the RipperRonca’ (VR)
05 NOVEMBRE 2010 LocknessRiva del Garda (TN)
06 NOVEMBRE 2010 Il CovoBologna
13 NOVEMBRE 2010 Angelo MaiRoma
18 NOVEMBRE 2010 TBAMilano
19 NOVEMBRE 2010 Lucrezia Vincebus NightGenova
20 NOVEMBRE 2010 CPAFirenze
10 DICEMBRE 2010 Il TaurusCiriè (Torino)
11 DICEMBRE 2010 Latte+Brescia
18 DICEMBRE 2010 SabotageVicenza