Norah Jones – Not too late
Ancora Jazz! Si capisce che è uno dei miei generi preferiti?
Beh proprio Jazz non è visto che Norah Jones ormai viaggia verso uno stile tutto suo e che coglie a piene mani nella cultura pop, jazz e in minor modo al country. Gli arrangiamenti sono sempre più sfumati verso il pop anche se riescono a concretizzarsi nei suoni tipicamente Jazz. E’ un problema questo miscuglio di generi? Assolutamente no, è solo una doverosa precisazione.
Not too late è un cd che si presenta con le carte in regola per bissare i successi planetari dei suoi due predecessori. Iniziando ad ascoltarlo il primo brano, Wish i could, si dichiara subito per quello che è, una ballata davvero molto riuscita dove si nota che la Jones ha quasi rinnegato il piano per una più intima chitarra acustica, questa caratteristica la si ritroverà un po lungo tutte le tracce dell’album.
La seconda traccia Sinkin’ soon non vi nascondo che è la canzone che mi piace di più. Si pone in modo sommesso, facendo pensare a un ritmo Jazz classico ma invece si rivela, grazie al trombone e ad una certa intonazione di voce un ragtime anche se non proprio in senso letterale. Questo per me è il momento più piacevole del cd.
Il resto dell’album è una continua mescolanza di suoni più o meno riconducibili a un genere ben definito. The sun doesn’t like, per esempio, non è altro che una canzone pop così come My dear country.
Questo nuovo lavoro della Jones conferma il suo stile, la sua voce esile, il suo suono.
Nulla di nuovo ma tutto di nuovo visto che pur riciclandosi (è il suo terzo cd), riesce comunque ad ottenere un livello artistico decisamente sopra la media. Confermandosi, se possibile, ancor di più come una cantautrice di valore.
Rispetto ai suoi primi cd si nota che manca la title track. Non c’è infatti una canzone che riesca a farsi carico dell’intero album come per i due precedenti. La stessa Not too late (che da il nome al cd) è priva della personalità necessaria, ma poco male non ce n’è bisogno visto che, secondo me, la natura poliedrica dell’album avrebbe reso difficile identificarlo con una canzone sola.
Little room, l’undicesima traccia, è cantata come solo una canzone coutry può esser cantata, accompagnata dal basso e dalla chitarra. L’aspetto acustico di questo cd mi ammalia. Tendenzialmente infatti sono molto ben disposto quando sento “gli strumenti” e non un sintetizzatore. Non so mi fa essere molto benevolo e, visto che Not too late è interamente acustico, io lo apprezzo moltissimo e non mi stanco di ascoltarlo. Crea atmosfera e la cosa non mi dispiace.
E’ una produzione commerciale questa, non è fatta per sperimentare non è un concept album, ma sa emergere dalla massa. E’ solo intrattenimento ma non è questo che cerchiamo (prevalentemente) in un cd?
In chiusura voglio fare un plauso alla registrazione. Ben definita, voce in primo piano e suono di gran classe.
Promosso? Si ma… che ne dite di comunicarmi se condividete le mie impressioni?
A presto