New Gold Dream (Deluxe Edition) – Simple Minds (1982)
Approfittiamo di questa nuova Deluxe Edition di New Gold Dream – uscita a fine agosto – per essere catapultati con la memoria all’inizio degli anni 80, segnalando in tal modo anche un nuovo disco “da Isola Deserta”.
Non possiamo negare che fra i portabandiera della straripante “Nuova Onda” proveniente soprattutto da oltremanica – della quale facevano parte anche gruppi del calibro di: U2, Duran Duran o Eurithmics – una band di origine scozzese iniziava a scalpitare per scalare la cima delle classifiche europee e non solo: i Simple Minds. Il loro “capitano” Jim Jerr ha un carisma non indifferente ed i loro primi album riscuotono un successo progressivamente sempre più importante, pur restando nell’ambito del così detto “culto”. Nel 1982, però, le cose cambiano e finalmente fanno il grande salto verso il meritato riconoscimento mainstream, pubblicando “New Gold Dream”, il loro album più importante di sempre.
La ricetta, solo apparentemente semplice, in realtà era assai più complessa: creare melodie pop rock che avessero un’anima, ma che suonassero radiofonici o, in altre parole, che avessero la potenzialità di durare nel tempo, ma nello stesso tempo non fossero sfacciatamente commerciali. Una delle chiavi per raggiungere l’obiettivo da parte dei 4 cavalieri della line up principale, fu l’utilizzo di ben tre batteristi differenti: Mike Ogletree, Kenny Hyslop e Mel Gaynor (che sarà l’unico a guadagnarsi la medaglia di “membro fisso” dal disco successivo in poi). Infatti, insieme al bravissimo bassista Derek Forbes, riuscirono in ognuno degli splendidi 9 brani, a creare una solida sezione ritmica che resterà un marchio di fabbrica dei Simple Minds. I pezzi che sfondarono letteralmente, riuscendo a far breccia anche nel difficile mercato americano, furono la scoppiettante “Promised You A Miracle” la scintillante “Glittering Prize” e “Someone Somewhere In Summertime” che aveva l’onore di aprire l’album. In verità “New Gold Dream” non ha punti deboli e anche i restanti episodi hanno un potenziale notevole.
“Big Sleep” – la mia preferita di sempre – è una canzone notturna il cui suono evoca immagini urbane e d’insegne luminose. Ascoltarla in auto, a tutto volume per le strade della propria città, può essere un’esperienza indimenticabile per vedere il mondo conosciuto con un altro sguardo. Ipnotica.
La strumentale “Somebody Up There Likes You” non è da meno così come “New Gold Dream (81,82,83,84)” che apriva il secondo lato e che possiede un piglio quasi danzereccio, ben distinguendosi tuttavia da pezzi (la maggior parte dei quali ormai dimenticati) che in quel periodo venivano suonati dai dj di tutto il mondo sulle piste da ballo. Del disco, è l’unica canzone in cui suonano insieme due dei citati batteristi (Ogeltree/Gaynor) ed è evidente, in effetti, che il ritmo sia uno dei suoi segreti di longevità.
Va detto, infine, che i due successivi dischi “Sparkle In The Rain” e “Once Upon A Time” (ma soprattutto il singolo “Don’t You Forget About Me”) raccoglieranno ancora ottimi riscontri, da parte dei fan del gruppo, ma purtroppo la vetta estetica toccata con questo album eccezionale non verrà mai più raggiunta.
NB: La Deluxe Edition presenta un secondo cd di alcuni remix dei pezzi più belli, ma la vera chicca è In Every Heaven…magari la scrivessero oggi una canzone così Kerr e soci