Nervovago ” Il Clan Rocket”, recensione
Devo confessare che i Nervovago non avrebbero dovuto essere recensiti questa settimana. Ma non ho resistito. Il mio istinto mi ha parlato in maniera sicura ed ansiosa (neppure fossi Danny Lloyd).
Ho dovuto…e il mio istinto non ha avuto tutti torti.
Dodici tracce (fortunatamente) cantate in madrelingua, in grado di affiliare l’ascoltatore avvezzo a sonorità punk-garage, nu metal e rap(!). Un mash up riuscito, in grado di fondere tendenze hip hop con distorsioni nu stoner, attraverso un’armonizzazione ricca di spigoli citazionistici, che giocano con rimandi filmici, accenni noise e partiture dirette, pronte a conquistare nella loro totalità.
L’impatto granulare e convincente di Il Clan Rocket ci introduce nel mondo del power duo. Una traccia curiosa, in cui domina la mescolanza stilistica interposta tra gustosi echi industriali, ripresi poi in Boston George, e reminiscenze a barre, da cui si riparte alla volta di una realtà contorta e avvolgente. All’interno dei testi, ammassati nel minimale booklet, ci si ritrova a viaggiare tra le lande misteriose di Twin Peaks e l’inquieto mondo di Michael Myers, sino a giungere alla chimica di Breaking Bad. Alimentata da una struttura stonerizzata la composizione ci conduce alla Scena del crimine, ideata per chiudere le sue note con un curioso noise, atto anticipatorio della perfettibile Le tre di notte, reale iniezione nu-metal in stile Insolence.
La durata vinilica ci trascina poi sul lato b, inquinato dalla poco riuscita enclave anglofona di Proteina +, medicata dell’ottimo groove di 3030, fulmine sonoro davvero impeccabile, proprio come la linea espressiva delle note di Gangster (Amanda La Cloche), in cui le contorsioni di Luca Scopetti si abbracciano al corposo e metodico drum set.
A fra sollevare la puntina ci pensa, infine, Casanova (La Santa Indie), esempio applicato di come la via di Indians abbia tracciato il sentiero di un incontro possibile. Infatti, la track di chiusura riesce nell’intento di sviluppare un armonico mistura tra hip hop d’oltreoceano, hcpunk e stoner minimale.
Pertanto, in maniera lucida e consapevole mi sento di dover parlare di un disco grezzo e sorprendente, perfetto nella sua ricerca ossessiva all’incoerenza. Un’opera da ascoltare e riascoltare, nonostante una cover art innegabilmente imbarazzante e fuorviante.
Esponendomi, potrei essere convinto del fatto che questo full lenght sia annoverabile come tra le migliori fatiche della (R)Esisto Records.
Tracklist
01 Il Clan Rocket
02 Boston George
03 Breaking Bad
04 La Scena Del Crimine
05 Le Tre Di Notte
06 Krueger
07 La Proteina +
08 3030
09 Nell’Urlo Di Munch
10 E’ Necessario
11 Gangster (Amanda La Cloche)
12 Il Casanova (La Santa Indie)