Nefarium-Ad discipulum, recensione
Anthem
Nero, oscuro. Una mitria papale marchiata come la fronte di Glen Benton, occlusa tra due bastoni pastorali cinti da due serpi. È questo l’emblema che porta con sé il nuovo disco nereggiante dei Nefarium, veri e propri enfer des poètes di caratura.
Arrivano dal lato senza luce della Valle d’Aosta, più simbolicamente vicini alla cupezza inquieta di castelli diroccati, che non ai verdi paradisi naturali. Una band matura che vive tra deflagranti e talvolta verminose sonorità e gorgorotiche tendenze black, emergendo dal suo genere come una tra le migliori metal black band italiane.
Music on tnt ha raggiunto Carnifex e soci, non a caso, ma solo dopo un attento ascolto del panorama nostrano, che nei prossimi mesi porterà sulle nostre pagine una serie di articoli dedicati al contestatissimo genere.
I Nefarium, ormai da anni, rappresentano una felice realtà all’ombra del bleast beat, con il loro freddo e spietato sound nato negli ormai lontani anni novanta, grazie a Carnifex, Adventor e Ghoul. Da allora il tracciato polveroso perseguito dall’ensemble, ha di certo trovato una maggior stabilità compositiva, per la verità già ottenuta con il precedente “Haeretichristus”, anch’esso come “Ad Discipulum” è figlio legittimo del girovagare live. Il tecnicismo mostrato all’interno dell’opera quinta persegue e alimenta un’onda pece iniziata proprio con “Demo 999”, atta a devastare come un demolente tzunami ogni perbenismo ed ogni comune visualizzazione di un mondo incatenato all’ordinarietà.
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incipit
Tutti coloro che denigrano il genere sono pregati di cambiare articolo, perché i Nefarium non accolgono più di tanto il “buon pensiero comune”, ma si incatenano volutamente alle tipiche tematiche di un black d’autore. L’opinabilità delle questioni non deve essere a mio avviso presa in considerazione…a meno che prima o poi la legge bavaglio finisca per colpire anche la musica.
Pertanto se avete deciso di entrare nel mondo nero di Garghuf, sappiate che troverete risonanze corvine, un face painting di rara bellezza ed un estrema accuratezza non solo a livello di partiture, ma anche di immagine, che come il genere impone, non può che essere definita nel minimo dettaglio.
Un disco che sorprenderà, non solo per i violini di Remy Boniface e l’ospitata di Archaon dei 1349.
il Sound
Il disco si apre con il drumming del già citato Garghuf, official member degli Enthroned, che con la sua immensa esperienza artistica detta l’entrata nei biblici inferi narrati dalle sei corde, tirate all’estremo nell’introduttiva “Tongue of the first pope”, traccia definita attorno alla figura di Simon Peter, tra intarsi tipicamente black abilmente serpeggianti su toniche ben assestate. La colata di fosca oscurità si acuisce nel epico progresso di “Hands bleeding fear”, in cui l’overlay accelerato si bilancia al meglio sulla ridondante ossatura cruda ed artica, in piena armonia con gli assoli di Adventor. Il disco si districa attraverso narrazioni a mio avviso metaforiche e non così esplicite come spesso il genere suggerisce, attraverso convincenti episodi come “Shepherd for dead lambs” e “Servus servo rum satanae”, superate da “Sharpening the spear of longinus”, in cui lo screaming si amalgama alla perfezione con la sezione ritmica, ricreando un tortuoso viaggio sofferente tra improvvisi cambi di direzione e sviluppi grezzi, che donano alla partitura quella genuinità compositiva che spesso risulta ardua da incontrare.
Il disco si chiude, senza troppi compromessi, nel migliore dei modi con “Mass infanticide by king of Judea”, traccia che per certi versi ritrova sentori death in alcuni suoi passaggi iniziali, per poi ritornare sui binari rallentati e vomitanti.
Conclusione
Insomma un disco che se fosse uscito negli anni 90, mi avrebbe potuto avvicinare maggiormente al genere, riuscendo a conquistarmi più di quanto non riuscirono al tempo Darkthrone e Craphatian Forest. Un opera che senza mezzi termini non può mancare negli scafali di coloro che ancora oggi sono invaghiti del vero Black metal…e perché no, anche in quelli di coloro che vogliono dare al genere una seconda opportunità.
Intervista
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1. Ben approdati nel alto oscuro di Music on tnt…partiamo come mio consueto dalla decifrazione lessicale di Nefarium. Quale è la genesi del vostro nome?
Grazie a te per offrirci la possibilità di espandere la piaga del nostro Black Metal attraverso il tuo portale.
Nefarium significa “Delitto violento” in latino, linguaggio oggigiorno utilizzato per titoli e testi da parte di metal band da tutto il mondo, ma che tutto sommato appartiene più alle nostre radici ed alla storia della nostra civiltà.
La scelta di tale nome risale a parecchi anni fa, ma ancora oggi rappresenta la band nel suo significato più semplice e diretto.
La musica che proponiamo è feroce ed intransigente, diretta a colpire violentemente l’ascoltatore grazie alla velocità esecutiva, alla tecnica ed al suo significato, ma affermando e mai stravolgendo il proposito di creare strutture e brani professionali e assolutamente comprensibili.
Un delitto efferato quindi … ma soprattutto premeditato.
2. Ascoltando il vostro ultimo disco ci si può render immediatamente conto di come il Black metal in Italia sia vivo e fiorente e tutt’altro che ridondante e metodico come qualcuno accusa essere. Come giudicate la scena italiana?
Viviamo a circa mezz’ora dai confini Francesi, praticamente sul Monte Bianco e geograficamente siamo in qualche modo distaccati dalla realtà della nostra penisola sotto diversi punti di vista.
Non disprezziamo l’Italia e ciò che i nostri connazionali fanno direttamente come band, media e promoter o indirettamente come supporters, per aiutare la scena metal estrema, ma vogliamo essere sinceri nel dire che l’approccio nei confronti del Black Metal all’estero è piuttosto diverso.
Nonostante questo, non ce la sentiamo di criticare negativamente la nostra nazione, semplicemente tendiamo ed abbiamo preferito fin’ora proporre la musica di Nefarium la’ dove sembra essere più capita ed apprezzata, in ogni caso con Ad Discipulum contiamo di poter guadagnare nuovi “discepoli” anche nel nostro paese.
Gruppi come “Hour of Penance” of i “Malfeitor” di “Unio Mystica Maxima”, sono ottime e convincenti realtà di cui il paese dovrebbe andare fiero.
3. Osservando le date del vostro imminente tour sembrerebbe che l’Italia non abbia spazi adeguati a sostenere questo tipo di musicalità cosiddetta estrema. Le molte date all’estero sono una scelta o una necessità dovuta al nostro occluso paese?
Come già detto, all’estero la società riserva più attenzione alla musica ed agli artisti in genere e le strutture in cui abbiamo suonato fin’ora sono risultate indubbiamente più adeguate.
Lavoriamo da molti anni al progetto Nefarium, e nonostante la nostra proposta sia dedicata ad un pubblico particolare e se vogliamo “Di nicchia”, apprezziamo quando la nostra musica viene considerata anche creatività ed i nostri sforzi ripagati con un adeguata professionalità da parte di organizzatori e strutture.
Semplicemente per ora preferiamo indirizzare il nostro lavoro dove sembra essere più apprezzato, senza precludere qualche data in Italia e rispettando e ringraziando i molti connazionali che ci seguono e supportano con sincerità.
4. Cosa significa per una band come la vostra dividere il palco con mostri sacri come Dark Funeral e Nargaroth?
Abbiamo condiviso il palco con solide realtà della scena metal internazionale ed ogni volta abbiamo imparato ed acquisito esperienze utili allo sviluppo di Nefarium.
Ricordo ancora quando durante la composizione del primo demo tape nel 1999, ascoltavamo con mesto rispetto e profonda stima gruppi come Setherial o Inquisition ed ora ci ritroviamo a condividere con loro il palco e a trascorrere momenti di svago e troppo spesso follia…
Indubbiamente ci sentiamo onorati in merito, ma ancor più, appagati e soddisfatti del profondo lavoro che abbiamo portato avanti negli anni grazie a tenacia e passione.
Proprio Archaon dei norvegesi “1349” ha partecipato con alcune parti di chitarra alle registrazioni di “Ad Discipulum”, cosi come fece Chaq Mol dei Dark Funeral nel nostro precedente “Haeretichristus”.
Nonostante il lungo percorso ancora da compiere sentiamo di poter lentamente inserire Nefarium nella scena metal estrema Europea e questo è indubbiamente un forte stimolo nel continuare a comporre ed impegnarci in registrazioni tecniche e ben curate, di forte impatto ed originali; con la passione ed il giusto impegno troveremo la strada più adatta per far crescere la nostra band.
5. Come è nato l’incontro con Agonia Records? La Polonia più attiva del nostro stivale?
Abbiamo firmato con Agonia Records nel 2008 e con la casa discografica polacca abbiamo già prodotto “Haeretichristus” album apprezzato dalla critica e sul quale abbiamo identificato le solide basi del nostro percorso evolutivo fino ad Ad Discipulum, Digipack Cd prodotto ancora da Agonia ed in vendita dal 7 maggio in Europa e dall’ 11 negli Stati Uniti.
Siamo indubbiamente soddisfatti della collaborazione con la nostra casa discografica, professionale nel lavoro di promozione a livello internazionale e capace di offrirci un sincero supporto nella fase di produzione e distribuzione del prodotto.
Abbiamo deciso di collaborare con Agonia Records, perché necessitavamo ed ancora apprezziamo il professionale supporto a livello di distribuzione e promozione e sicuramente non per fini di guadagno monetario, credo che la band abbia trovato un buon feeling con la casa discografica indipendentemente dal fatto che sia estera. Apprezziamo le band sotto contratto con Agonia ed al momento ci riteniamo soddisfatti, in futuro saremo comunque pronti ad esaminare nuove proposte, perché no? Anche italiane. Aggiungerei infine che i Behemoth sono polacchi e che a parer mio, al momento sono indubbiamente una delle realtà metal più valide e professionali in assoluto.
6. Omega-gates studio. Mixaggio di Andy Larocque…quanto questa decisione ha migliorato “Ad discipulum”?
Abbiamo scelto I SonicTrain Studios e la collaborazione di un produttore non strettamente Black Metal, sostanzialmente per evidenziare la dinamicità del drumming di Garghuf, il nostro attuale batterista.
Sempre per scelte stilistiche personali e condivise da tutti i componenti di Nefarium, abbiamo voluto evitare un suono di batteria troppo artificiale dovuto all’attuale tendenza nell’uso di triggers e modifiche digitali.
Rischiando di ottenere passaggi meno precisi ma sicuramente più naturali e dinamici, abbiamo improntato uno stile globale ad oggi probabilmente più originale e sincero ed abbiamo apprezzato particolarmente il sound finale.
L’esperienza di Andy Larocque è stata fondamentale e i suoi numerosi ed utili consigli hanno migliorato il suono di chitarra implementando la maestosità dell’album in alcuni parti e la freddezza e l’impatto nei passaggi più diretti e d’impatto.
Lavoreremo ancora e con impegno affinchè i Nefarium possano distinguersi e semplicemente ispirarsi allo stile “Nefarium”, ma lasciamo all’ ascoltatore l’ardua sentenza…
7. Complimenti poi alla vostra cura estetico artistica, paint corpse di rara bellezza, fotografie d’atmosfera e una cover art tanto semplice quanto impeccabile. Quanto conta l’apparenza fisico-estetica nel black metal?
In Nefarium tutto cio’ che riguarda l’immagine è piuttosto importante, ma ovviamente non occupa l’elemento principale della band a livello espressivo, vuole bensì rafforzare l’aspetto musicale offrendo un introduzione visiva precisa e organizzata capace di indirizzare l’ascoltatore sin dal primo approccio alla band.
Ad esempio la copertina di “Ad Discipulum” idealizzata da Nefarium e realizzata da Adventor, composta da elementi ecclesiastici come la mitria papale al centro ed i bastoni pastorali avvinghiati da serpenti, vuole descrivere il lato più corrotto e debole del clero cattolico ed in generale la precaria posizione delle istituzioni religiose in genere corruttibili e malsane.
Le più recenti foto della band, dentro ad una grande cattedrale ed i concerti live in cui indossiamo abiti talari e “cingulum romani” come quelli portati dai centurioni che crocifissero Gesù Cristo, hanno il compito di amplificare il nostro messaggio e di trasportare l’ascoltatore all’interno del nostro concept più esplicito ed intransigente.
Il Black Metal è musica, stile di vita, ma principalmente è un mezzo di comunicazione e come tale deve essere di facile comprensione ed impatto.
8. Passiamo al songwriting. Possiamo parlare di concept?
Questa volta non si tratta solo di Satana…
Il concept fondamentale su cui tutto ruota è chiaro a partire dalla cover dell’ album e le canzoni si sviluppano attraverso tematiche riguardanti Giovanni Battista, Gesù Cristo stesso, l’attuale papa Benedetto XVI ed altri personaggi del mondo cattolico.
Ogni titolo è riferito ad un personaggio biblico, il cui nome è leggibile tra parentesi sulla tracklist dell’album e i cui eventi vengono discussi ed esaminati in chiave moderna e razionale, in maniera distaccata e ben lontana da qualsiasi influenza dogmatica e, lo studio dei vangeli apocrifi e di alcuni versetti biblici si è rivelato fondamentale per una critica attenta e profonda.
La’ dove Maria Maddalena era una semplice prostituta, Caio Longino un feroce soldato e Gesù Cristo un abile ciarlatano… nasce il nostro nuovo album e vuole essere ancora una volta un efficace tramite comunicativo tra noi Nefarium e l’ascoltatore, dove il linguaggio è rabbia e ferocia, ed il pensiero espresso è critica verso ipocrisia religiosa e timore di un dio Ignoto.
9. Leggendo le traduzioni delle liriche appare chiaro il vostro punto di vista, spinto da un alito anticristiano ben delineato, ficcante e denigratorio, ma a mio avviso non eccessiva,ente caduco e turpiloquiante, almeno inteso in maniera esplicita, forse grazie ad una serie di perifrasi e figure retoriche talvolta complesse e ricercate . Verità o erronea impressione?
Tutto sommato titoli come “The Bastard Son of Satan (Jeus Christ)” o “Servus Servorum Satanae (Benedictus XVI)” non dovrebbero sembrare troppo impliciti… ma onestamente non posso darti torto nel dire che la maggior parte dei testo lascia uno spazio interpretativo piuttosto ampio.
Per scelta lessicale e personale ho preferito dedicarmi a dettagli e particolari della storia dei vari personaggi di “Ad Discipulum” descrivendo attimi brevi ed episodi particolari e reali, ma capaci di delineare il carattere del protagonista in maniera critica ed esaustiva. In realtà i testi per un buon adattamento alle canzoni, sono stati notevolmente accorciati e modificati e a tratti quasi hanno rischiato di perdere il proprio logico significato. E’ stato quindi difficile cercare di mantenere un testo finale ricco e abilmente descrittivo di fronte alle poche righe in cui infine si è potuto sviluppare. In ogni caso credo che a breve metteremo a disposizione di chi fosse interessato, i testi completi da cui sono stati tratti quelli presenti sul booklet del nuovo “Ad Discipulum”.
10. Inoltre appare palese una ricerca lessicale profonda e mai casuale. Da dove arrivano le maggiori fonti di ispirazioni per le narrazioni?
Come già detto, le fonti di ispirazione da cui nasce l’intero concept di “Ad Discipulum” provengono esclusivamente da testi teologici e religiosi come bibbia e vangeli apocrifi e cioè non riconosciuti come veritieri dalla chiesa cattolica.
Per la stesura dei testi di “Haeretichristus” elaborammo e prendemmo in esame alcune parti dell’Apocalisse di Giovanni, mentre ora abbiamo voluto studiare gli episodi più comuni della vita dei vari Maria Maddalena, Giovanni Battista o Erode Antipa, presenti nei testi del nuovo album.
Abbiamo descritto peccati mortali e caratteristiche di persone come noi, soggette al peccato ed erroneamente valutate dalla chiesa moderna.
Abbiamo quindi rivalutato miracoli come cialtronerie, sermoni come attimi di presunzione e superbia e rimorsi come paure e non pentimenti…
11. Spesso le forme d’arte dell’area estrema sono vittime di quel mondo censura ben inquadrato dai Mace nell’intratesto di “Evil in good”. I Nefarium hanno mai dovuto cedere al censore?
Qui in valle spesso finiamo sui settimanali nella sezione “Diavoli e sette nella Valle oscura…” ma tutto sommato non ci hanno ancora rinchiusi….
Abbiamo avuto problemi con una parte della versione originale della copertina dell’ album “Haeretichristus”, il dipinto che avevamo intenzione di usare è stato rifiutato dall’etichetta discografica ed ancora prima nessuna azienda ha accettato di stampare il booklet. Alla fine abbiamo dovuto modificarne parecchi dettagli.
Altri problemi scampati per poco, si sono presentati alle varie dogane durante il tour europeo 2010 infatti trasportavamo più di un cranio umano e per poco non restavamo ingabbiati nei paesi dell’est…
In ogni caso credo che i problemi reali siano altri e che poca gente al di la dell’ambiente in cui ci muoviamo, sia davvero interessata alle nostre particolari idee… mi chiedo comunque se un presto qualche personaggio sbagliato si accorgerà che sulla tracklist del nuovo album, l’attuale papa Benedetto XVI è stato definito il servo dei servi di Satana? Inoltre siamo alle prese con un nuovo video-clip in cui la blasfemia ne fa da protagonista… ma ci divertiamo e ci sentiamo realizzati in questo modo ed alla peggio sostituiremo Burzum che fuori dal carcere sembra stia facendo fortuna!
12. Ad oggi quale è il limite più gravoso del Black metal e quali prospettive ci si può porre per migliorare ed estendere questo tipo di sonorità?
Il Black Metal sta effettivamente avendo uno sviluppo piuttosto importante e le band estreme nascono in maniera quasi esponenziale. Il filone “raw” Black Metal, è stato rappresentato da ottime band ed ha tutt’oggi ottimi esponenti capaci di produrre album dall’attitudine veramente particolare a sensibilmente maligna.
Le band emergenti però spesso sfruttano il genere in questione in quanto tecnicamente semplice e pertanto più facile da suonare, e non sempre riescono ad attribuire alle proprie produzione il giusto significato.
Secondo Nefarium, “Black Metal” significa attitudine, dedizione e passione, ma anche comunicazione ed introspezione così come dovrebbe essere per la maggior parte della musica.
La forma espressiva più primitiva, pura ed incontaminata, che nasce dai sentimenti più irrazionali, ci spinge alla ricerca di un limite a volte pericoloso, ma è capace di sviluppare una forza di spirito superiore e più consapevole. Proprio perché sospinto da sentimenti sinceri ed incontaminati lo sviluppo del Black Metal presenta sicuramente dei limiti precisi e delle barriere all’interno delle quali è giusto mantenersi. Il Black Metal pertanto difficilmente morirà ma sicuramente nel tempo soffrirà di mancanza di originalità diventando ancora più raro, ma apprezzabile nelle sue forme più sincere.
Noi Nefarium sfruttiamo la tecnica e grazie allo studio del singolo strumento, chitarra o batteria, riusciamo in parte ad abbattere determinati vincoli creativi.
13. Domanda banale ma obbligata, cosa dobbiamo aspettarci da un live dei Nefarium?
I concerti sono indubbiamente importanti ed il rapporto con il pubblico ci appaga notevolmente. Inutile ricordare quanto gli studi di registrazione possano oggi, attraverso tecnologie specializzate, modificare il sound di un gruppo e migliorarlo sensibilmente,
pertanto crediamo che una minima dimostrazione delle proprie effettive capacità sia d’obbligo verso gli ascoltatori.
Tutto questo viene riportato sul palco, attraverso spettacoli diretti ed intensi durante i quali ognuno di noi riesce entrare in una dimensione unica e davvero intensa, nella quale ogni spettatore è invitato a sprofondare verso l’abisso del nostro inferno.
Sul palco si crea quindi un vero e proprio contatto con lo spettatore che se in grado, potrà cogliere anche il più piccolo di quegli attimi blasfemi e malsani di uno spettacolo imbandito di crani umani, elementi ecclesiastici, disagio e rabbia…
14. Ho visto con piacere che i Nefarium non solo gestiscono la propria band attraverso myspace, ma anche attraverso un vero e proprio dominio, spesso denigrato da molte band. Quale è a vostro avviso l’importanza di tale scelta?
Anche se il nostro www.nefarium.org, spesso non è aggiornato per motivi di tempo abbiamo deciso di mantenerlo attivo semplicemente per avere un ulteriore metodo di comunicazione con i nostri ascoltatori. Nessuna ragione particolare quindi, ma reputiamo che sia importante poter offrire un quadro completo ed esaustivo della band a chi fosse interessato. Non disprezziamo il web e la tecnologia, sebbene d’impatto non sembrino andare d’accordo con le grezze sfumature del genere che proponiamo, apprezziamo il supporto telematico che internet può offrire attraverso portali come music-on-Tnt e continueremo lo sviluppo dei nostri siti cercando di completarli con aggiornamenti metodici e news… ma un pochino ci mancano i flyers cartacei che le varie bands scambiavano tramite il servizio postale… abbiamo una vasta collezione di Nile all’esordio e Watain nell’underground più totale…